"Sulle vocazioni non c'e un problema, ma per chi opera soprattutto nel servizio sanitario pubblico dobbiamo rendere la professione del medico più attrattiva, questo vuol dire non solo pagare meglio i medici, ma anche rendere la professione stessa meno rigida e con meno burocrazia dietro".
Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ospite a Radio Kiss Kiss per parlare della prima edizione degli Stati Generali della Prevenzione. L'evento, in programma il 16 e il 17 giugno a Napoli (presso il Centro Congressi della Stazione Marittima), è promosso dal ministero della Salute e si avvale del supporto come media partner di Radio Kiss Kiss e Rai Campania. "C'è un gran numero di ragazze e ragazzi che vogliono fare i medici- ha aggiunto Schillaci- quindi la professione per fortuna è ancora attrattiva. Ci sono delle difficoltà, i giovani scelgono meno volentieri alcune specializzazioni perché magari le vedono un po' più complicate, penso alla medicina del pronto soccorso ma anche ad alcune specializzazioni fondamentali, come l'anatomia patologica o la radioterapia".
"Devo dire che tutte le Regioni si stanno impegnando nell'attuazione della legge sulle liste d'attesa, in tanti territori iniziamo a vedere anche dei risultati incoraggianti. C'è ancora tanto da fare, ma credo di poter affermare che abbiamo finalmente intrapreso la strada giusta per cercare di risolvere questo annoso problema. Noi abbiamo messo grande attenzione a questo problema, che sicuramente è uno tra i più sentiti dai cittadini- ha aggiunto Schillaci- È stata approvata lo scorso anno una legge per rendere più efficiente la gestione dei servizi della lista d'attesa. Servono più risorse, questo è vero, ma altrettanto è vero che senza una organizzazione virtuosa le risorse non bastano oppure rischiano di non essere spese nel modo giusto. Finalmente abbiamo un sistema di monitoraggio efficace, una piattaforma nazionale che abbiamo messo su con Agenas, per cui noi sappiamo quali prestazioni mancano, in quali regioni e in quali Asl, quindi si può selettivamente intervenire". Schillaci ha infine ribadito che "non si possono chiudere le agende: se un cittadino chiede un esame non può sentirsi dire di ritornare perché l'agenda è chiusa. Ma soprattutto c'è la possibilità per il cittadino di avere un esame o una visita in intramoenia se la struttura pubblica non riesce a fornirle nei tempi previsti senza pagare altro che il ticket", ha concluso.