Oltre 850 focolai, migliaia tra ovini e bovini contagiati, e un danno stimato per le aziende agricole sarde di circa 5 milioni di euro.
Questi i numeri preoccupanti sulla diffusione del virus della "blu tongue" nell'isola, che emergono dal report pubblicato oggi dal Centro studi agricoli su dati dell'Istituto zooprofilattico della Sardegna. Nel dettaglio, la provincia più colpita è quella di Nuoro con ben 194 focolai accertati, seguita da quella di Oristano a quota 173 e da quella di Cagliari con 96 focolai. Meno diffuso il virus nel Nord Sardegna, con 13 focolai in Gallura e 20 a Sassari.
"Sono migliaia i capi morti e colpiti con sintomi ritenuti gravi, un vero e proprio disastro- il commento di Carmen Materazzo, responsabile del comparto zootecnico e componente del direttivo del Centro studi agricoli-. Molti allevatori erano già allo stremo per la siccità di questi mesi, ora devono affrontare questa piaga che si diffonde in maniera incontrollata". Per il Centro studi molte responsabilità sono da imputare nei ritardi della Regione: "Il diffondersi del 'sierotipo 3' sta cogliendo impreparati allevatori e veterinari, anche perché a oggi nessun capo è stato sottoposto a vaccinazione per questo sierotipo- ricorda Materazzo-. Come mai non sono state predisposte adeguate misure di prevenzione, pur sapendo della presenza del 'sierotipo 3' da oltre due anni in Sardegna? Perché si è aspettato che il virus si diffondesse incontrollato?".
Al momento, prosegue, il danno per le aziende causato dal virus viene valutato in oltre 5 milioni di euro, "ed è per questo che inoltreremo agli assessorati regionali alla Sanità e all'Agricoltura un'accorata richiesta per attivare urgentemente tutte le misure necessarie a frenare la malattia-. Occorre procedere con la produzione e acquisto di vaccini anche per il 'sierotipo 3', e attivare tutte le forme di indennizzo per gli allevatori". Se nei prossimi tre giorni, avverte Materazzo, "non riscontreremo azioni adeguate della Regione, procederemo a coinvolgere su questa emergenza la Prefettura di Cagliari e il ministero della Sanità: non c'è più tempo da perdere".