Soddisfazione per l’Associazione Salute Donna che vede accolti dal Governo tre ordini del giorno contenenti tre proposte sul Decreto “Liste d’attesa”.
«Siamo soddisfatti ma al tempo stesso consapevoli del lavoro che ci attende nei prossimi mesi - dichiara Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna ODV e Coordinatrice del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” – tre ordini del giorno mirati a migliorare le prestazioni in Sanità per milioni di utenti. Riteniamo che l’attenzione e l’impegno del Governo verso le tematiche presentate sia un segnale molto importante, che è quello di garantire ai cittadini sul territorio nazionale un’assistenza efficace ed efficiente, vicina ai loro bisogni. Questi passi in avanti sono molto significativi perché sottolineano che il dialogo e la collaborazione costanti tra le istituzioni e le associazioni dei pazienti possono diventare volano di nuove idee e iniziative che si traducono in Leggi atte a superare gli ostacoli e le disuguaglianze in tema di salute. Auspichiamo che si lavori su queste proposte in tempi veloci e ringrazio i firmatari dei tre ordini del giorno: il Sen. Liris, il Sen. Garavaglia, la Sen. Cantù, la Sen. Murelli e la Sen. Minasi per il supporto e l’adesione dimostrata alle nostre proposte».
Il testo G/1161/2/10 è stato presentato dai Senatori Massimo Garavaglia, Maria Cristina Cantù, Elena Murelli e Tilde Minasi. Obiettivo valutare l’adozione di disposizioni, in accordo con i sindacati dei lavoratori delle professioni sanitarie, che prevedano per i medici del servizio pubblico di scegliere la libera professione a condizione che vi sia una sostanziale riduzione delle liste d’attesa nella struttura in cui operano; e si preveda per coloro invece che scelgono di non esercitare la libera professione, la detassazione di tutti gli straordinari fino ad una sostanziale riduzione delle liste d’attesa.
Il testo G3.101 presentato dai Senatori Massimo Garavaglia e Maria Cristina Cantù è volto ad adottare tutte le iniziative di propria competenza finalizzate a delineare una normativa quadro che istituisca la figura professionale dell’assistente infermiere quale operatore di interesse sanitario. Si prevede il conseguimento del titolo attraverso un percorso didattico dedicato con un piano di studi e un tirocinio formativo.
«Questi due ordini del giorno sono molto importanti - dichiara il Sen. Massimo Garavaglia – le strutture sanitarie del nostro Paese sono gravate da una cronica carenza di personale infermieristico. Oggi gli infermieri in Italia sono poco meno di 400 mila, abbiamo la media più bassa rispetto ad altri Paesi europei: 6,3 infermieri ogni 1.000 abitanti contro una media europea di 8,3. E le iscrizioni ai corsi di laurea in Scienze Infermieristiche sono in costante diminuzione. L’infermiere è una figura centrale nel percorso di cura di un malato. L’operatore sociosanitario d’altro canto non può toccare un paziente. Occorre dunque urgentemente sopperire a questa criticità con una figura intermedia come l’assistente infermiere. Per ciò che concerne la scelta dei medici di prestare la loro opera anche fuori dell’ospedale, noi non siamo assolutamente contrari, purché non ne risentano le liste d’attesa e i cittadini».
Il testo G/1161/4/10 è stato presentato dal Senatore Guido Quintino Liris, Coordinatore dell’Intergruppo “Insieme per un impegno contro il cancro” al Senato, e intende valutare l’opportunità di creare una Applicazione per la prenotazione digitale, collegata al Ministero della Salute, utilizzabile dai cittadini e dalle Associazioni dei pazienti. L’obiettivo è far sì che gli utenti possano non solo prenotare più agilmente visite e prestazioni diagnostiche e strumentali, ma segnalare anche eventuali superamenti dei limiti massimi stabiliti dal Ministero per le liste d’attesa e delle eventuali carenze dei livelli minimi di assistenza.
«L’accoglimento di tre ordini del giorno concernenti tre proposte dell’Associazione Salute Donna – conclude il Sen. Guido Quintino Liris - è la dimostrazione dell’ottimo lavoro portato avanti in questi anni da Annamaria Mancuso, grazie al continuo scambio tra associazioni e politici, sempre più sensibili ai temi di salute e qualità di vita in ambito sanitario, economico, sociale e culturale. Ad avvalorare tutto questo, abbiamo pensato ad uno strumento in più per agevolare l’utente come può essere un’Applicazione digitale, indispensabile in ambito sanitario. A nostro avviso, è un modo per salvaguardare anche il diritto ad una diagnosi tempestiva che, come ben sappiamo, diventa elemento chiave del percorso di cura nelle malattie tumorali. Inoltre, la App è un modo per esprimere vicinanza della politica ai bisogni di salute dei cittadini e placare quella ‘voce’ diffusamente insistente e fastidiosa sul mal funzionamento del nostro servizio sanitario, spesso oppresso da prassi burocratiche e carenze organizzative e strutturali che nulla hanno a che fare con la qualità altissima degli operatori sanitari e delle prestazioni».