Unire le forze per sollecitare le istituzioni e il governo su un tema importante come le patologie oncologiche legate al mondo femminile.
È l'obiettivo che ha portato alla nascita dell'Intergruppo Parlamentare dedicato alle 'Nuove Frontiere Terapeutiche nei Tumori della Mammella', presentato oggi presso la Sala stampa della Camera dei Deputati, alla presenza, tra gli altri, del ministro della Salute, Orazio Schillaci.
In particolare, una forma molto aggressiva e che generalmente colpisce le donne al di sotto dei 50 anni, è il tumore raro della mammella triplo negativo, che rappresenta il 15% dei carcinomi mammari, una percentuale che si traduce in circa 8000 casi all'anno in Italia. Ha una capacità di diffusione elevata e un'alta probabilità di recidivare e determinare la comparsa di metastasi anche in organi a distanza. A causa di una sopravvivenza mediana di soli 14,5 mesi, e una sopravvivenza a cinque anni dell'11%, di molto inferiore rispetto alle altre forme di cancro mammario, le pazienti con tumore al seno triplo negativo riescono a ricevere meno linee di trattamento, con la percentuale di "attrition rate" (cioè di tasso di abbandono) dei trial clinici che aumenta progressivamente. Guadagnare tempo, ritardando il più possibile la progressione della malattia, è quindi secondo gli esperti il primo obiettivo da perseguire grazie alle nuove terapie che la ricerca sta mettendo a disposizione.
"L'impegno principale è sicuramente portare avanti la battaglia per l'accesso velocizzato ai nuovi farmaci per il trattamento del tumore alla mammella senza attendere tempi burocratici di negoziazione che ritardano la rimborsabilità- ha spiegato la professoressa Lucia Del Mastro, direttore della UO Clinica di Oncologia Medica presso l'IRCCS Ospedale Policlinico San Martino Università di Genova- Questi farmaci sono tantissimi, costosi e non ancora rimborsabili e al momento vengono acquistati di tasca propria dalle pazienti che se lo possono permettere e non ci può essere questa disparità nell'accesso alle cure. Ugualmente è necessario spendersi per affrontare la problematica della diffusione degli screening che ancora oggi registra una grande differenza tra nord e sud".
Secondo Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna, proprio quello della prevenzione, in particolare, rimane un tema sul quale "c'è tanto da fare, visto che solo il 50% delle donne in età a rischio si sottopone a screening mammografico e in alcuni contesti regionali questa percentuale scende anche di molto. Apprezziamo molto- ha sottolineato- che un gruppo di parlamentari voglia mettersi in ascolto con la creazione di un intergruppo specifico dedicato ai tumori al seno e Europa Donna è onorata di essere stata coinvolta in questa iniziativa perfettamente allineata con la nostra attività che da trent'anni ci vede focalizzarci sui bisogni di queste pazienti e delle donne". L'Intergruppo, in conclusione, si pone l'obiettivo di porre una maggiore attenzione politica nell'Agenda del Governo su tutti i test diagnostici, le terapie e le strategie innovative e sulle risorse e percorsi necessari per garantire accesso e omogeneità di trattamento su tutto il territorio nazionale