Restituire una vita normale ai narcolettici è l'obiettivo dello studio pubblicato sul 'The New England Journal of Medicine' sulla terapia della narcolessia e concluso all'Ircss Istituto scienze neurologiche di Bologna a cui hanno partecipato i più importanti laboratori internazionali per lo studio dei disturbi del sonno in Usa, Giappone, Italia, Francia, Olanda, Spagna.
A Bologna, con 17 casi su 73, il più alto numero di pazienti coinvolti nella ricerca. Al progetto ha partecipato anche il docente di Stanford Emmanuel Mignot, vincitore del Breakthrough Prize 2023 proprio per la scoperta del meccanismo molecolare cerebrale causa questa patologia: la carenza di orexina. E' questo infatti che causa un disturbo neurologico invalidante, perché chi è colpito da questa malattia deve fare i conti con improvvisi attacchi di sonno durante il giorno, attacchi che arrivano senza preavviso e in qualsiasi situazione. La narcolessia è stata descritta per la prima volta nel 1880. La scoperta dell'orexina ha aperto la strada a molte ricerche, finalizzate a conoscerne il funzionamento e le possibili applicazioni.
I risultati, pubblicati sul New England Journal of Medicine sulla sicurezza ed efficacia di un innovativo agonista sintetico del recettore della orexina, hanno evidenziato come la assunzione di questo farmaco abbia determinato la scomparsa di tutti i sintomi della narcolessia. Purtroppo, lo studio è stato interrotto per la comparsa di epatotossicità in alcuni pazienti coinvolti nello studio. Nonostante ciò, i dati raccolti indicano una nuova strada per il trattamento e nel frattempo è stato adottato un nuovo composto che non dovrebbe dare gli effetti collaterali.
La narcolessia, malattia rara, cronica, spesso con esordio in età infantile, colpisce circa quattro persone su 10.000 abitanti nei paesi occidentali. Si tratta di una patologia largamente sottodiagnosticata in Italia, dove le diagnosi registrate sono 2.000. Circa 1.800 sono i pazienti con narcolessia, di età compresa tra i sei e i 90 anni, attualmente in carico all'equipe di Neurologi del Centro del Sonno dell'Irccs dell'Ausl di Bologna che potrebbero beneficiare di una terapia efficace. Il Centro del Sonno bolognese, con 150 nuove diagnosi all'anno, è anche sede del Registro italiano della narcolessia e delle ipersonnie centrali dell'Istituto superiore di sanità e della Associazione italiana narcolettici. "C'è un gruppo di professionisti al Bellaria riconosciuto a livello internazionale che segue oltre 1.888 pazienti che spoffrono di disturbi del sonno. C'è la soddisfazione per i nostri professionisti che lavorano quotidianamente dando una risposta ai nostri assistiti, ma anche alla ricerca su questa patologia", sottolinea il direttore generale dell'Ausl, Paolo Bordon.