"Nel 2020 ci sono stati 746.324 decessi, 108.496 casi in eccesso rispetto alla media del periodo 2015-19 (+14,7%)".
È quanto emerge dai dati definitivi sulle cause dei decessi avvenuti in Italia nell'intero anno 2020, diffusi oggi dall'Istat nel corso di una conferenza stampa organizzata a Roma presso la sede dell'Istituto Nazionale di Statistica. L'analisi, in particolare, consente di valutare dettagliatamente gli effetti sulla mortalità per cause specifiche dei primi dieci mesi della pandemia da Covid-19. I dati sono desunti dalle schede individuali per la denuncia delle cause di morte compilate dai medici.
"Malgrado questo incremento- si legge nel report- anche nel 2020 l'Italia si colloca tra i Paesi a bassa mortalità nel contesto europeo". La mortalità maggiore è causata da malattie circolatorie (227.350 decessi), tumori (177.858) e malattie respiratorie (57.113). "I decessi per Covid-19- spiega quindi l'Istat- ammontano a 78.673 e costituiscono il 73% dell'incremento complessivo dei decessi in eccesso registrati nel 2020 rispetto alla media dei cinque anni precedenti".
Il numero dei decessi con Covid-19 (che include anche i casi in cui il Covid-19 non è direttamente responsabile del decesso) è pari a 89.791. Più del 90% dei decessi per Covid-19 si sono verificati oltre i 65 anni di età, ma anche prima dei 65 anni si registrano più di 6mila morti. Al di sotto dei 50 anni di età i morti per Covid-19 sono 785, pari al 4,2% del totale dei morti in questa fascia di età. La frequenza dei decessi per Covid-19 in questa fascia di età è paragonabile a quella di altre cause di morte, quali malattie dell'apparato digerente e malattie ischemiche del cuore.
"Rispetto al 2015-19- rileva ancora l'Istat- nel 2020 aumentano i tassi standardizzati di mortalità per molte delle principali cause di morte: polmoniti e influenza (+13%), diabete (+12%), demenza e malattia di Alzheimer, (+6%), malattie genitourinarie (+11%), alcune malattie circolatorie (+8%), cadute accidentali (+14%); si riduce la mortalità per tumori (-4%), malattie ischemiche del cuore (-8%), malattie cerebrovascolari (-5%), accidenti di trasporto (-27%) e suicidi (-4%)". L'incremento del tasso di mortalità osservato nel 2020 sia per le demenze sia per polmoniti e influenza appare in linea con l'andamento di crescita osservato negli anni precedenti.
Per il gruppo delle altre malattie respiratorie (incluse le polmoniti interstiziali), il diabete, le altre malattie circolatorie e le malattie genitourinarie, il 2020 ha rappresentato un anno di picco della mortalità.
"Nel caso del diabete la forte crescita del tasso nel 2020- spiega ancora l'Istat- interrompe bruscamente la diminuzione osservata nel quinquennio precedente; un effetto simile è visibile anche con riferimento alla mortalità per il gruppo delle altre malattie circolatorie, determinato essenzialmente dall'aumento dei morti per cardiopatie ipertensive". Oltre i 65 anni di età aumentano i decessi per malattie respiratorie, soprattutto tra 65 e 74 anni (+23%); tra gli ultra-ottantacinquenni si osserva un aumento rilevante anche dei decessi per diabete, demenze e alcune malattie circolatorie. In continuità con quanto avviene negli anni precedenti, al di sotto dei 50 anni diminuiscono i decessi, per accidenti di trasporto (-32%), per tumori (-10%) e per suicidio (-11%), ma aumenta del 10% la mortalità delle malattie del sistema respiratorio.
Nel nord-ovest del Paese si rileva un forte aumento del tasso di mortalità per polmoniti e influenza (+27%) rispetto al quinquennio 2015-19, a fronte di aumenti più contenuti nel Sud (+4%) e nelle Isole (+3%), nessun incremento nel Nord-Est e una lieve riduzione nel Centro (-5%). Sempre nel Nord-Ovest si rilevano gli incrementi maggiori della mortalità per diabete (+19%) e per demenze (+14%). Aumentano i decessi nelle abitazioni in tutti i mesi successivi all'inizio della pandemia e riguardano tutte le cause. Negli istituti di cura, infine, si osserva un incremento delle morti per polmoniti e influenza (+42%), nelle strutture residenziali aumentano le morti per diabete (+37%) e per demenze (+29%).