"Ciò che sta accadendo in Lombardia, con l'esodo costante di operatori sanitari oltre frontiera in direzione della Svizzera, è un'altra ferita profonda sul corpo della nostra sanità.
Non c'è da sorprendersi che tantissimi infermieri, siamo ad una media di 20 al mese, accettino di svolgere la propria professione in terra straniera visto che ad accoglierli ci sono condizioni vantaggiose sotto il profilo economico, al primo incarico si parla di uno stipendio di 3.500 euro, e strutture all'avanguardia per tecnologia e sicurezza. Tutto questo mentre gli organici dei nostri ospedali sono sempre più svuotati di personale con ricadute pesantissime sull'assistenza da erogare ai cittadini".
Lo denuncia il segretario Nazionale della UGL Salute Gianluca Giuliano. "Chiaro che i riflettori siano puntati sulla Lombardia - prosegue - perché regione limitrofa alla Svizzera ma la grande fuga all'estero coinvolge l'intero SSN. Così oltre al danno siamo di fronte ad una beffa considerando quanto lo Stato investa sulla formazione dei professionisti nei corsi di studio dedicati per vederli poi andare a prestare la loro opera all'estero. Chiediamo alle istituzioni di intervenire con urgenza per frenare la fuga prima che sia troppo tardi. Occorre, e non solo a causa del fenomeno dei transfrontalieri, adeguare al più presto gli stipendi dei professionisti alla media europea se non si vuole che l'esodo svuoti definitivamente le corsie. Il Ministro Schillaci ha ereditato una situazione catastrofica su cui ha iniziato a mettere mano con provvedimenti utili ma ancora non sufficienti. Per questo chiediamo anche di intervenire con forza introducendo degli specifici incentivi, fiscali e di welfare, atti a rendere maggiormente attrattive le professioni sanitarie. È necessario frenare con urgenza l'emorragia così da consentire a tutti gli italiani di poter usufruire di cure adeguate", conclude Giuliano.