"Mai come in questi due anni è stato difficile per noi dermatologi trattare patologie come l'acne, la rosacea, la dermatite da contatto che sono state, tutte, peggiorate dall'utilizzo delle mascherine.
Già in letteratura cominciano a comparire diversi lavori in cui vengono descritte dermatiti da mascherina e vengono riportati peggioramenti in chi già soffriva di dermatiti da contatto, acne, rosacea e dermatite seborroica". A scattare la fotografia delle condizioni della pelle in seguito all'utilizzo prolungato della mascherina è Laura Colonna, responsabile del servizio di Dermocosmetologia dell'Istituto dermopatico dell'Immacolata (Idi) di Roma.
"La mascherina- spiega l'esperta- crea, in chi la indossa per molto tempo, un surriscaldamento della pelle del viso. Questo calore, con l'aumento della sudorazione e della secrezione di sebo, altera il microbioma cutaneo. Con questo termine si intende l'ecosistema di piccoli microrganismi che vivono sulla pelle e al di sotto di essa. È costituito da svariati organismi che svolgono ruoli diversi, tra cui batteri e funghi. Mantenere questi organismi in giusto equilibrio è estremamente benefico per la pelle. Un microbioma cutaneo equilibrato e ben curato è in effetti una barriera invisibile che protegge la pelle dalle malattie e sorregge il sistema immunitario". Con il surriscaldamento "i microorganismi del microbioma cutaneao proliferano e creano problemi. Così chi soffre di dermatite seborroica ne ha di più, chi soffre di rosacea la vede peggiorare, chi ha l'acne peggiora per l'aumentata produzione di batteri, i soggetti atopici o chi già soffre di dermatiti da contatto vedono la pelle peggiorare perché il continuo frizionare della mascherina sulla cute la infiamma".
Quello che i dermatologi hanno osservato nei loro ambulatori, durante questi due anni di pandemia, è "la comparsa di disturbi come l'acne e la dermatite periorale in persone che non ne avevano mai sofferto. L'occlusione della mascherina- sottolinea la specialista- è la prima causa di questi eventi".
Ci sono differenze tra mascherine chirurgiche e Ffp2? "La mascherina Ffp2 è più occlusiva e contiene alcune sostanze che, con il calore, si disciolgono ed entrano in contatto con la pelle provocando dermatiti allergiche".
Le difficoltà nel trattamento di queste patologie, spiega Colonna, dipendono anche "dal surriscaldamento prodotto dalle mascherine che altera le proprietà dei prodotti che usiamo e che ci costringe a rivedere le terapie. Ad esempio, gli antibiotici locali o gli acidi diventano dieci volte più potenti.
L'occlusione, invece, rende meno appropriato l'uso di creme grasse e molto idratanti delle quali noi dermatologi ci avvantaggiamo nella cura dei pazienti con pelli secche e atopiche".
La pandemia, tiene a chiarire la responsabile del servizio di Dermocosmetologia dell'Idi, ha reso comuni patologie che un tempo erano considerate professionali, ad esempio in ambito sanitario in cui gli operatori, anche senza Covid, erano spesso costretti a indossare le mascherine per molte ore di seguito.
Come proteggere, allora, la pelle dagli inconvenienti causati dalle mascherine? "È bene utilizzare creme e sieri idratanti leggeri, evitando prodotti troppo grassi o unguenti. Lo stesso accorgimento vale anche per i trucchi: fino a quando saremo obbligati a indossare le mascherine, consigliamo alle donne di scegliere prodotti meno coprenti, più leggeri e con una buona capacità di idratazione. Molto importante, infine, è detergere in modo corretto la pelle una volta tornati a casa. Se c'è bisogno di struccarsi, meglio evitare le salviette e utilizzare prodotti specifici, delicati e senza alcol. Una volta pulita, la pelle va idratata e poi lasciata respirare per tutto il tempo in cui è possibile non indossare la mascherina".