Con l'arrivo dell'estate e i bagni in mare c'è anche la possibilità di vedere le meduse. Se le si avvista la cosa migliore è non far fare il bagno al bambino. Ma non sempre è facile vederle. Le meduse, infatti, si spostano rapidamente trascinate dalla corrente del mare e possono essere in superficie o in profondità.
Cosa fare allora se si ha un 'incontro ravvicinato'? Elena Bozzola, consigliere della Società italiana di pediatria (Sip), dà cinque consigli pratici. Innanzitutto "fare uscire il bambino dall'acqua e tranquillizzarlo- suggerisce la pediatra- a differenza di quello che normalmente si crede, la medusa non punge, né morde. Caratteristica fondamentale delle meduse sono i lunghi e sottili tentacoli. Quando vengono a contatto con la pelle, i tentacoli spesso emettono una sostanza che causa irritazioni cutanee. Il bambino si spaventa, anche perché sente bruciore e dolore. Ecco perché è importante stargli vicino e rassicurarlo".
Poi bisogna "controllare che non ci siano parti di medusa rimaste attaccate alla pelle. In questo caso è importante cercare di rimuoverle delicatamente- spiega la pediatra- e sciacquare la cute con abbondante acqua di mare". La parte della pelle che è venuta a contatto con la medusa, infatti, "diventa rossa e gonfia in pochi minuti e mentre il bruciore inizia a ridursi, aumenta la sensazione di prurito- precisa Bozzola- pertanto, se lo si ha a dispozione, consiglio di applicare un gel astringente al cloruro d'alluminio che ha un ottimo effetto antiprurito e blocca la diffusione delle sostanze urticanti liberate dalla medusa".
Se questi sono gli interventi giusti da fare, ci sono anche cinque cose che è meglio non fare, sfatando alcune credenze. "Bisogna evitare che il bambino si gratti. Il prurito è intenso ma, se si gratta, la situazione non può che peggiorare- spiega Bozzola- poi non strofinare la sabbia né l'asciugamano sulla cute dolorante, perché il dolore peggiora; non usare creme antistaminiche: funzionano poco e impiegano tanto tempo per agire (20-30 minuti)".
Per quanto riguarda acqua dolce, ammoniaca, aceto, alcol e succo di limone "non usarli, sono 'falsi' rimedi'", sottolinea la pediatra. Poi tenere presente che "la pelle colpita dalla medusa resta sensibile alla luce del sole, ovvero diviene fotosensibile. Quindi- spiega Bozzola- se esposta ai raggi solari tende a scurirsi rapidamente. Per evitare che si formi la cosiddetta macchia, non esporla al sole, ma coprirla bene, con uno schermo solare 50+ fino a quando l'infiammazione non possa (generalmente 10-14 giorni)".
Infine la consigliera Sip invita a "non lasciare il bambino da solo perché può capitare, anche se molto raramente, che le sue condizioni cliniche peggiorino rapidamente subito dopo il contatto. La reazione cutanea infatti si può diffondere e contemporaneamente possono comparire difficoltà respiratorie, pallore, sudorazione e disorientamento. In questo caso, è importante non attendere e chiamare rapidamente i soccorsi", conclude Bozzola.