Anticipare di 14 giorni l'andamento territoriale del contagio rispetto al tracciamento tradizionale con i tamponi, analizzando la presenza del covid nei reflui fognari. E' il risultato garantito dal nuovo sistema messo a punto da Arpal, l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente ligure, e dall'Universita' di Genova, validato dall'Istituto superiore di sanita'.
"A differenza dello screening- spiega il governatore e assessore alla Sanita' della Regione Liguria, Giovanni Toti- potremo rilevare la diffusione del virus in tutta la popolazione, anche quella asintomatica, e avere in anticipo un quadro completo della situazione su cui prendere decisioni mirate e di buonsenso per le riaperture e il futuro del Paese". Arpal e Universita' hanno ottimizzato anche per depuratori di medie e piccole dimensioni, come quelli liguri, il sistema di sorveglianza ambientale del covid nelle fogne proposto dall'Istituto superiore di sanita', offrendone una versione ora utilizzata come metodo ufficiale in tutta Italia e che soddisfa la richiesta della Commissione Europea relativa a questo tipo di sorveglianza della pandemia.
"Abbiamo garantito una migliore efficacia ed efficienza della rilevazione, con risultati delle analisi su campioni freschi entro 24-48 ore dal prelievo", spiega il direttore generale di Arpal, Carlo Emanuele Pepe. "Il processo si compone di quattro step- aggiunge Mauro Mariotti, docente del dipartimento di Scienze della terra, dell'ambiente e della vita dell'ateneo genovese- il campionamento sulle acque reflue, la concentrazione, l'estrazione del materiale genico e l'analisi dei dati. È stata molto importante la condivisione del metodo, che in futuro potra' essere utile anche per rilevare la presenza di varianti e altri virus".
In Liguria, dove i campionamenti sono partiti nel luglio 2020, il sistema e' gia' attivo a Genova e nei tre capoluoghi di provincia, oltre che nei comuni sopra i 10.000 abitanti, grazie anche a 160.000 euro di finanziamento della Regione, che ha consentito di mettere a un punto un laboratorio di analisi di ultima generazione, nella sede centrale di Arpal.
"Non sono dati che entrano nel cruscotto nazionale- precisa Toti- ma e' un sistema sperimentale e in Italia siamo i primi ad adottarlo", anche se da ottobre sara' obbligatorio per tutte le regioni. "Abbiamo rilevato tracce di covid in tutti i 27 depuratori monitorati- aggiunge Elena Nicosia di Arpal- con concentrazioni piu' o meno rilevanti. Siamo riusciti a rilevare il virus anche con poche coppie genomiche, riuscendo quindi a scovare gli asintomatici o i positivi non ancora sintomatici". Per il rettore Federico Delfino si tratta di "un principio di collaborazione molto costruttivo: la ricerca applicata, in questo momento, e' focalizzata al contrasto alla pandemia, in diversi settori dell'ateneo. Si mettono insieme sinergie che provengono da diversi ambiti del sapere che connotano il nostro ateneo generalista".