"Quello che stiamo notando, sostenuto anche dai dati epidemiologici che iniziano ad arrivare, e' che la forbice dei disturbi del comportamento alimentare (dca) si allarga sempre di piu'. A un'estremita' troviamo la compulsivita' alimentare, i comportamenti bulimici, e all'altra i disturbi restrittivi di tipo anoressico.
È come se i due comportamenti estremi si siano amplificati a seguito di una tensione emotiva, psicologica e ambientale contestuale, in questo caso provocata dalla pandemia. Eventi del genere possono intaccare il comportamento alimentare e provocare l'aumento delle forme estreme di questi comportamenti, come quelle policompulsive, bulimiche e di dipendenza da cibo e, all'altro estremo, di rifiuto del cibo caparbio e restrittivo".
A raccontare l'andamento dei disturbi alimentari in pandemia e' Leonardo Mendolicchio, direttore dell'Unita' operativa di Riabilitazione dei Disturbi del comportamento alimentari e della nutrizione presso l'Istituto auxologico di Piancavallo, in provincia di Pordenone. Secondo gli ultimi dati dell'Istituto superiore di sanita' (Iss), riferisce lo psichiatra, "da marzo 2020 in poi, si registra un aumento del 36% della prevalenza di disturbi del comportamento alimentare. Si tratta di un dato calcolato su un andamento predittivo e iniziale- spiega- ma dobbiamo tenere presente che i fenomeni psicologici e psicosociali seguono sempre una certa latenza, per cui questa e' la prima risposta alla pandemia e al lockdown". Mendolicchio ritiene che "ce ne sara' una seconda nei prossimi mesi e dovremo essere molto pronti e attenti a intercettare questa domanda di cura.
Abbiamo fatto un grande sforzo per organizzarci nell'assistenza ai malati di Covid- ammette- ma penso che ora sia necessario prepararci a parare il colpo dell'emergenza psichiatrica e psicologica di questa ondata che arrivera' e in cui la fetta di persone affette da disturbi del comportamento alimentare sara' preponderante. Da qui ai prossimi sei mesi e per almeno due anni- ribadisce l'esperto- registreremo un aumento di prevalenza e di incidenza dei disturbi alimentari sulla popolazione generale, partendo da dati che gia' non erano confortanti se pensiamo che in Italia soffrono di dca 3,5 milioni di persone".
Intanto, l'aumento delle richieste di ricovero per tali disturbi e' gia' realta', anche nell'Istituto presso il quale lo psichiatra dirige un'Unita' operativa specificamente dedicata. "Una crescita di richieste dovuta sia a un peggioramento dei sintomi che alla ridotta attivita' dei servizi territoriali, che al momento lavorano meno e quindi li intercettano meno e piu' tardi. L'aumento della gravita'- spiega lo specialista- e' dovuto al fatto che il trauma della pandemia ha peggiorato delle fragilita', rompendo degli equilibri psicologici che hanno poi questo tipo di risvolto clinico". Ma quali sono le difficolta' emotive e psicologiche che alterano l'atteggiamento dei ragazzi nei confronti del cibo, in tempo di pandemia? "I limiti della Dad- chiarisce Mendolicchio- l'impossibilita' di vivere la quotidianita' scolastica in modo normale e i limiti alla propria liberta' personale, non poter vedere gli amici, non poter praticare sport".
Quelli del comportamento alimentare sono "disturbi ancora sotto-diagnosticati- tiene a sottolineare lo psichiatra- abbastanza malcurati. I servizi di assistenza sono distribuiti in modo disomogeneo sul territorio, con livelli assistenziali non sempre congrui. Sono disturbi che toccano il 3,5% della popolazione, un dato che raddoppierebbe- assicura- se prendessimo in considerazione anche tutta la fascia dei cosiddetti 'disturbi sotto-soglia' che non vengono intercettati e quindi neanche diagnosticati".
Ogni eta' ha il proprio disturbo del comportamento alimentare. "Rispetto alle fasce di eta'- spiega il direttore dell'Unita' operativa- quelle prevalentemente colpite sono la pre-adolescenza e l'adolescenza per l'anoressia, la tarda adolescenza e l'eta' adulta per la bulimia, mentre il disturbo da alimentazione incontrollata la fascia piu' colpita e' quella dai 40 ai 60 anni e oltre". Cos'e' il disturbo dell'alimentazione incontrollata? "È quello di cui soffrono i mangiatori compulsivi, coloro che hanno una dipendenza dal cibo incontrollata che produce una obesita' medio-grave. Non sono gli obesi classici- spiega lo psichiatra- che hanno la cosiddetta 'iperfagia', ma persone che possono avere diverse crisi di abbuffate durante la stessa giornata senza pero' compensare come i bulimici (che dopo l'abbuffata vomitano, fanno attivita' fisica o praticano il digiuno secondario) ed e' per questo che ingrassano".
Quali sono, infine, i campanelli d'allarme a cui bisogna fare attenzione? "I genitori- spiega Mendolicchio- devono notare un'alterazione delle abitudini alimentari associata anche a un'alterazione delle risposte emotive dei propri figli. Non basta vedere se mangiano di piu' o meno, ma se questo si associa a ritiro sociale, ansia elevata, risposte emotive esagerate. Per aiutarli, la ricetta e' non spaventarsi, rivolgersi prima di tutto al proprio medico e poi agli esperti presenti sul territorio, perche' e' importante che gia' la fase diagnostica sia gestita da professionisti competenti. Questo aspetto e' molto importante- tiene a sottolineare in conclusione- non e' sufficiente rivolgersi allo psichiatra, allo psicologo, al nutrizionista, ci vogliono professionisti esperti in materia affinche' la diagnosi venga fatta in modo corretto".