L’oncologia marchigiana ha retto l’urto della pandemia. E la strada da seguire è chiara: potenziamento della telemedicina, consegna a domicilio dei farmaci anticancro orali, incremento dei test per i pazienti mediante tamponi.
Senza dimenticare il ruolo fondamentale della psiconcologia, dell’assistenza domiciliare per le cure palliative e della prevenzione con la ripresa a pieno ritmo degli screening. Ogni anno, nelle Marche, sono stimati circa 10.800 nuovi casi di tumore.
I punti verso cui deve andare il miglioramento delle cure in oncologia sono evidenziati nella dodicesima edizione di “Marcangolo”, l’appuntamento in ambito oncologico più importante della Regione, che si apre l'altro giorno in forma virtuale. L’evento, ideato dalla Prof.ssa Rossana Berardi (Ordinario di Oncologia Medica presso l’Università Politecnica delle Marche, Direttore della Clinica Oncologica Ospedali Riuniti di Ancona e coordinatore Associazione Italiana di Oncologia Medica Marche) e dal Dott. Renato Bisonni (Direttore Oncologia Medica dell’Ospedale Murri di Fermo), quest’anno si arricchisce di approfondimenti clinico-sociali legati alla pandemia da Covid. Colonna portante dell’evento è il meeting multidisciplinare, in corso oggi, con tutti i professionisti che si trovano quotidianamente a contatto con i malati oncologici.
“In quest’anno così difficile, caratterizzato dalla pandemia, la ricerca in ambito oncologico non si è fermata e in diverse patologie sono emersi risultati estremamente positivi di terapie innovative – afferma la Prof.ssa Rossana Berardi -. Sono stati sviluppati e condivisi anche progetti di ricerca che hanno valutato proprio l’impatto della pandemia sui pazienti oncologici, tra i più fragili, nonché sul disagio sociale, professionale e psicologico degli operatori che li hanno in cura, con l’obiettivo di fornire informazioni preziose per adeguare la presa in carico dei malati in base allo scenario evolutivo della pandemia. Le oncologie, infatti, non si sono mai fermate e, con professionalità e dedizione, si sono prese cura dei pazienti, ma hanno dovuto subire una significativa riorganizzazione.
Una survey promossa dal mio gruppo, condotta su circa 400 oncologi italiani, ha dimostrato come a livello nazionale ben il 93,5% delle oncologie sia stato costretto a ripensare l’attività clinica. E se si confrontano i dati raccolti tra i 130 operatori marchigiani con quelli ottenuti tra gli operatori delle altre regioni, non si può non esprimere soddisfazione per come l’oncologia marchigiana abbia saputo far tesoro dell’esperienza delle altre Regioni e abbia offerto una buona risposta terapeutica ai bisogni dei pazienti. Se su base nazionale, infatti, circa 1 su 3 ritiene di non aver ricevuto informazioni e formazione adeguata per gestire l’emergenza, nelle Marche solo 1 su 4 ritiene di aver avuto questi problemi”.
Al termine della prima giornata del “Marcangolo” è prevista una tavola rotonda sulla presa in carico del paziente oncologico, a cui partecipano il Vice Ministro della Salute Pierpaolo Sileri, l’Assessore regionale alla Salute Filippo Saltamartini, i vertici delle istituzioni sanitarie marchigiane, le figure apicali di due centri di eccellenza nazionali (INT di Milano e Pascale di Napoli) e rappresentanti della Facoltà di Medicina dell’Università Politecnica delle Marche e di Cittadinanzattiva.
“La pratica clinica è cambiata per molte patologie che tutti i giorni vediamo nei nostri Day hospital – spiega il dott. Bisonni -. Grazie al confronto tra i rappresentanti dei vertici sanitari marchigiani e delle Istituzioni nazionali, vogliamo porre solide basi per disegnare la sanità futura marchigiana, con particolare attenzione ai malati oncologici”. “‘Marcangolo’ è la rete ante-rete, caso virtuoso di come l’oncologia marchigiana non ha mai atteso decreti e delibere per creare una connessione solidale – sottolinea il dott. Michele Caporossi, Direttore Generale degli Ospedali Riuniti di Ancona -. Il risultato viene dai numeri di risposta alle cure che dicono che questo sforzo di tutti i professionisti delle varie strutture è stato uno scudo, anche in era SARS-COV 2. La rete oncologica ‘marcangolare’ non ha mai abdicato al suo ruolo di assistenza e presa in carico. Ma questa è anche l’occasione per pensare al futuro in termini di ricerca e innovazione”.
“L’importanza della rete tra discipline diverse permette di continuare a sviluppare conoscenza, competenza e ricerca, importanti per il benessere e il miglioramento della qualità della vita dei pazienti – afferma il Prof. Gian Luca Gregori, Rettore Università Politecnica delle Marche (UNIVPM) -. In questo periodo le attività di ricerca svolte dall’Ateneo sono state numerose, con pubblicazioni prestigiose condivise dalla comunità scientifica internazionale. ‘Marcangolo’ riesce a raccogliere le diverse ricerche, gli approcci terapeutici innovativi e gli step compiuti in oncologia, creando un appuntamento unico e un’occasione, soprattutto per i più giovani, di formazione di alta qualità”.
“Se, come ha detto qualcuno – dichiara Attilio Bianchi, Direttore Generale dell’Istituto Nazionale dei Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale di Napoli -, peggio di una crisi c’è soltanto il non imparare dalla crisi stessa, dobbiamo avere l’onestà e l’umiltà intellettuale per ripensare molti dei nostri attuali paradigmi. Forse dividere il nostro mondo concettuale in Ospedale e Territorio non regge più, forse gli attuali sistemi di remunerazione non supportano la coerenza tra i comportamenti degli attori del sistema. Il percorso del paziente sfuma i confini amministrativi e ci impone di ragionare fuori dai compartimenti stagni. E l’oncologia, col patrimonio che già si porta dentro di vision fortemente orientativa su PDTA e Multidisciplinarietà, può rappresentare il paradigma”.
“Le priorità per i pazienti oncologici sono la semplificazione dei percorsi, una maggiore prossimità delle cure e attenzione ai bisogni dei malati e dei familiari – spiega Antonio Gaudioso, Segretario generale di Cittadinanzattiva -. Tutto ciò si può fare solo attraverso una stretta collaborazione e condivisione di esperienze tra professionisti, istituzioni, associazioni, organizzazioni civiche. L’iniziativa ‘Marcangolo’ ne è un esempio. Auspichiamo che i rapidi progressi fatti in tempi di Covid, per favorire prossimità delle cure, continuità e omogeneità dei percorsi, valorizzazione delle tecnologie, possano divenire buone pratiche da consolidare nel futuro”.
“La pandemia Covid-19 in corso ha messo alla prova e ha dimostrato la grande capacità di adattamento dei professionisti oncologi dell’Azienda Marche Nord e di tutti gli Enti del Servizio Sanitario Regionale nel saper gestire la situazione di emergenza in atto – conclude la dott.ssa Maria Capalbo, Direttrice Generale Ospedali Riuniti Marche Nord -. Sono state applicate soluzioni organizzative ed assistenziali che hanno permesso di garantire la continuità di cura dei pazienti oncologici già in trattamento, e, al tempo stesso, tutelare la loro sicurezza riducendo i rischi di infezione da Covid-19. L’emergenza non può essere considerata conclusa ed è fondamentale riorganizzare i servizi sanitari e lavorare sui modelli assistenziali dei pazienti oncologici, ad esempio facendo tesoro delle opportunità offerte dalla telemedicina e dai programmi di tele-consultazione, già applicati nelle prime fasi della pandemia”.
Nella due giorni è stata prevista una sessione riservata alle associazioni di volontariato e di pazienti e del personale sanitario delle oncologie, fino alla discussione delle linee guida tracciate dalla Prof.ssa Berardi, che fanno delle Marche una regione all’avanguardia nella continuità omogenea delle cure del paziente oncologico, commisurate al massimo contenimento del contagio da Covid-19.