In media nel 2017 il 32,8% dei parti in Italia e' avvenuto con taglio cesareo, confermando la tendenza degli anni precedenti (erano il 33,7% nel 2016). E la percentuale cresce nel caso si tratti di madri italiane (34,3%) o straniere (27,65). A metterlo in evidenza e' l'ultimo rapporto Certificato di assistenza al parto (CeDAP) a cura del ministero della Salute.
Notevoli le differenze regionali: si va dal 53,8% della Campania, al 18,9% della Valle d'Aosta. Numeri "che evidenziano come in Italia vi sia un ricorso eccessivo all'espletamento del parto per via chirurgica", sottolinea il documento.
A far salire i numeri sono soprattutto i parti effettuati nelle case di cura accreditate dove il cesareo rappresenta quasi la meta' del totale delle nascite (49,6%), contro il 30,9% negli ospedali pubblici. Prendendo poi in esame i parti vaginali dopo un precedente cesareo, il rapporto registra, a livello nazionale, una percentuale pari al 13,2%, ma e' un fenomeno che si verifica quasi esclusivamente nei punti nascita pubblici dove circa il 14,5% dei parti con precedente cesareo avviene in modo spontaneo contro il 6,9% nelle case di cura private accreditate.
Le strutture pubbliche (o equiparate) sono comunque predilette, dove nel 2017 e' avvenuto l'89,5% delle nascite, a fronte del 10,4% nelle case di cura e solo lo 0,1% altrove. In generale il rapporto evidenzia come in Italia continui il calo delle nascite con 461.284 nuovi nati nel 2017 a fronte dei 474.925 del 2016. L'eta' media delle donne che partoriscono sfiora i 33 anni (32,9 anni per le italiane e 30,4 anni per le cittadine straniere). I parti relativi a madri di cittadinanza non italiana sono il 21% del totale, con percentuali che cambiano nelle varie aree del Paese a seconda della presenza straniera: al Centro-Nord piu' del 25% dei parti avviene da madri non italiane; in particolare, in Emilia Romagna e Lombardia, il 31% delle nascite e' riferito a madri straniere.
Le aree geografiche di provenienza piu' rappresentate, sono quella dell'Africa (27,7%) e dell'Unione Europea (24,4%). Le madri di origine asiatica e sud americana costituiscono rispettivamente il 18,1 % ed il 7,5% delle madri straniere. Per quanto riguarda la natimortalita', il rapporto registra 1.317 nati morti corrispondenti ad un tasso pari a 2,86 nati morti ogni 1.000 nati, e registrati 5.226 casi di malformazioni diagnostiche alla nascita. Sulle tecniche di concepimento, infine, i dati del CeDAP rilevano che il ricorso a una tecnica di procreazione medicalmente assistita(Pma) risulta effettuato in media 2,12 gravidanze ogni 100. La tecnica piu' utilizzata e' stata la fecondazione in vitro con successivo trasferimento di embrioni nell'utero (FIVET), seguita dal metodo di fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma (ICSI).
Il rapporto completo e' disponibile a questo link: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2931_allegato.pdf