Nuovi incarichi, tutti al femminile, nel campo della ricerca biomedica all’Istituto Mario Negri. Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto, ha nominato, a partire da settembre, Raffaella Giavazzi Coordinatore delle Ricerche della sede di Milano e Ariela Benigni Coordinatore delle Ricerche della sede di Bergamo e Ranica.
Aree di ricerca diverse
Le due scienziate sono impegnate in aree di ricerca diverse. L’interesse di Raffaella Giavazzi è rivolto alla biologia e la farmacologia dei tumori, in particolare allo studio dei meccanismi che regolano il processo di formazione e diffusione delle metastasi a distanza dal tumore primario. Da tempo si dedica all’identificazione di farmaci antitumorali convenzionali e innovativi e alla valutazione comparativa della loro efficacia anche quando vengono usati in associazione.
Ariela Benigni si occupa da sempre dei meccanismi che sono alla base dell’insorgenza delle malattie renali, del perché queste progrediscono verso la necessità di dialisi e trapianto e di come arrestare la loro progressione. Si occupa anche di medicina rigenerativa con un’attenzione particolare alle cellule staminali e alla loro capacità di riparare organi danneggiati. Più recentemente la sua attenzione si è rivolta all’invecchiamento e a come ridurne le conseguenze su organi quali il cuore e il rene.
“Sono felice per questo nuovo importante ruolo, dice Raffaella Giavazzi. Sono cresciuta al Mario Negri, da studente prima e come capo laboratorio poi, pertanto conosco questa realtà da moltissimi anni. Nello spirito della missione dell’Istituto - formazione, indipendenza e rigore scientifico - il mio impegno principale sarà di favorire l’interazione tra i Laboratori e i Dipartimenti e non solo, con l’obiettivo di garantire l’efficienza e soprattutto migliorare sempre più la qualità della ricerca tecnico-scientifica nel campo della farmacologia verso la prevenzione e la cura di alcune malattie. Il mio principale obiettivo sono i giovani ricercatori, a cui dedicherò un’attenzione particolare, migliorando gli strumenti per la formazione, uno dei cardini dello statuto del Mario Negri, e valorizzando la loro ricerca verso una maggior responsabilità e competitività”.
“Sono molto onorata di questo incarico e un po’ preoccupata per la nuova grande responsabilità, dice Ariela Benigni. Ho dedicato la mia vita alla ricerca, mia passione da sempre, in questo nuovo ruolo voglio contribuire al futuro dell’Istituto formando giovani che siano orgogliosi di portare avanti questo progetto iniziato quasi 60 anni fa. Viviamo in un momento difficile per il nostro Paese, la ricerca ha bisogno di stabilità e certezze, che oggi non abbiamo. C’è poca attenzione per la ricerca scientifica e per i giovani ricercatori al punto che molti di loro, troppi scelgono di andare all'estero e quelli che tornano sono pochissimi. Sono certa che l'entusiasmo e la voglia di fare che ha sempre caratterizzato i ricercatori del Mario Negri ci aiuteranno a superare le difficoltà e a preparare un futuro sereno per la ricerca in Italia”.
Ad entrambe incarichi e riconoscimenti importanti
Molti i punti in comune tra le due ricercatrici: entrambe bergamasche, con una laurea in scienze biologiche all’Università di Milano, hanno trascorso periodi di formazione all’estero, sia in Europa che negli Stati Uniti, e hanno ricoperto negli anni importanti incarichi in ambito internazionale. Attualmente, i loro nomi figurano nel gruppo delle Top Italian Women Scientists che comprende le scienziate con pubblicazioni ad alto impatto e nel 2016 sono state inserite tra le 100 esperte nel sito www.100esperte.it, una banca dati online, che raccoglie 100 nomi di esperte nell'ambito delle Science, Technology, Engineering and Mathematics (STEM), promossa dall’Osservatorio di Pavia e l’associazione Gi.U.Li.A.