La Regione Lazio ha firmato un protocollo con sette associazioni che lavorano a favore delle donne per migliorare l’adesione alla campagna di screening oncologici gratuiti.
L’iniziativa punta a consolidare e ampliare ulteriormente l’attività regionale, che nel periodo 2013 – 2016, per quanto riguarda mammella, colon retto e cervice uterina, ha visto raddoppiare gli inviti dei Programmi di Screening Oncologici passando dai 900.842 del 2013 a 1.643.239 del 2016. Nello stesso periodo è aumentato il numero dei test effettuati che passano da 275.599 nel 2013 a 447.021 nel 2016.
Sette associazioni che hanno aderito: Favo, Incontradonna, Andos, Lilt, Europadonna, Amoc e, prossimamente, anche Komen Italia.
L’importanza delle campagne di screening. Nel 2016 le campagne hanno portato alla diagnosi precoce di 776 casi di tumore alla mammella, 307 casi di lesioni ad alto rischio di tumore al collo dell’utero, 323 casi di carcinoma del colon retto e 2.549 casi di adenoma del colon retto ed avviato tutti i casi a percorso chirurgico ed assistenziale. La prevenzione resta dunque la strada migliore da seguire nella battaglia ai tumori.
Nove i punti dell’accordo:
1. contribuire all’estensione e al consolidamento dei programmi di screening oncologici agendo come rete di informazione per facilitare l’accesso ai servizi;
2. contribuire al miglioramento continuo della qualità organizzativa dei percorsi assistenziali attraverso il monitoraggio delle attività;
3 migliorare la partecipazione della popolazione invitata ai programmi di screening oncologici attraverso un’informazione mirata;
4. Integrare le azioni intraprese conseguenti al presente atto di impegno con quelli conseguenti ad iniziative analoghe che la Regione Lazio ha attivato o attiverà;
5. supportare la promozione dei programmi organizzati di screening;
6. divulgare informazioni corrette e aggiornate sulle modalità di accesso ai servizi e alle prestazioni;
7. contribuire ad una adeguata informazione ed educazione alla salute e prevenzione primaria oncologica, e alla divulgazione a tutti i livelli (scuole, luoghi di lavoro…);
8. collaborare e promuovere l’intesa con tutte le associazioni, organizzazioni, organismi scientifici aderenti in un programma comune che abbia come obiettivo la difesa della salute con tutti gli strumenti idonei;
9. formare e aggiornare il personale socio-sanitario e i volontari.