L’empatia e la capacità di condividere il dolore non sono indipendenti dal fattore razziale. Oggi è possibile descrivere due forze contrastanti: una reazione non controllata, favorevole alle persone che istintivamente consideriamo membri del nostro gruppo sociale, e una reazione successiva che contrasta con questo pregiudizio istintivo. La seconda è quella che genera una risposta politicamente corretta e comporta un maggiore impegno in termini di attività cerebrale e di tempo di elaborazione.
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