Esportare in Giappone il modello trentino della salute mentale. Può sembrare un azzardo, ma un’associazione giapponese ci crede a tal punto da aver organizzato un vero e proprio tour del Paese attraverso il quale, dal 3 al 13 settembre, sarà illustrata la filosofia del fareassieme trentino grazie a una serie di eventi pubblici che toccheranno alcune tra le più importanti città nipponiche. Il primo appuntamento sarà a Fukushima, teatro nel 2011 di uno dei più gravi disastri nucleari.
Non si tratta di un punto di partenza casuale: gli organizzatori vedono questo “viaggio” come una sorta di occasione per una rinascita della salute mentale in Giappone, dove la situazione è molto critica. E partire da Fukushima, dove si sta cercando di risorgere dopo il disastro, è un messaggio chiaro. Basta un esempio, comunque, per comprendere la situazione della psichiatria in Giappone. Dal 1980, in tutti i Paesi sviluppati, il numero di letti in strutture manicomiali è diminuito sensibilmente. L’unico in controtendenza è proprio il Paese del Sol Levante. Qui, ancora oggi, ci sono più di 300.000 letti per una popolazione di 120 milioni di persone e il 90% degli utenti si trova in ospedali privati che ne fanno principalmente una questione di business.
Insomma, c’è molto da fare. E proprio per questo alcune realtà “illuminate” hanno avviato una sorta di collaborazione con il Servizio di salute mentale di Trento, visitandolo più volte negli anni scorsi e organizzando il tour in partenza nei prossimi giorni. Dopo l’evento iniziale a Fukushima, la delegazione toccherà Okayama – sede dell’associazione “Okayama-Ufe” che ha organizzato il viaggio - quindi è previsto un importante incontro presso il Ministero della salute di Tokyo: un’occasione per presentare in una sede ufficiale il modello trentino. Tra il resto in alcune strutture nipponiche, anche in virtù delle visite avvenute in passato a Trento, il “fareassieme” è già in fase di sperimentazione, ma questo tour potrebbe essere l’occasione per rinsaldare ulteriormente un legame che prosegue da qualche anno. Infine, prima del rientro in Italia previsto per il 13 settembre, sono in programma altri due incontri nelle località di Kokubunij e Chiba, non lontano dalla capitale. Infine il 13 settembre ci sarà l’incontro conclusivo a Tokyo, presenti delegazioni di molte città giapponesi, per definire un protocollo di collaborazione tra la salute mentale di Trento e quella giapponese finalizzato a discutere il trasferimento dei principi fondamentali del modello trentino, a partire dagli UFE, nel paese del Sol Levante.
I protagonisti del viaggio saranno cinque “ambasciatori” del “fareassieme” che rappresenteranno il Servizio di salute mentale di Trento in questa spedizione decisamente particolare. Oltre al primario Renzo De Stefani, ci saranno due Ufe – Maurizio Capitanio e Renato Duches - che da anni collaborano col Servizio e potranno quindi raccontare la loro esperienza diretta in prima persona. Saranno presenti anche la giovane psichiatra Eleonora Esposito e Roberto Cuni, presidente dell’associazione La Panchina.
Il modello trentino della salute mentale non interessa solo il Giappone. In particolare, altre esperienze di Ufe – utenti e familiari esperti che in Trentino collaborano già con medici e operatori - sono state avviate anche in Norvegia, Svezia, Cina e Brasile. Inoltre ha ispirato una proposta di legge che è stata depositata a Montecitorio da un gruppo di deputati per riempire i vuoti normativi lasciati dalla legge 180 del 1978.