Sono stati presentati oggi al Congresso della Società Europea di Cardiologia (European Society of Cardiology, ESC) in corso a Londra, i dati emersi da una sottoanalisi dello studio PEGASUS-TIMI 54, incentrato sulla valutazione dell'efficacia di ticagrelor nel ridurre gli eventi aterotrombotici nei pazienti che hanno subito un attacco cardiaco, in base al tempo trascorso dalla sospensione della precedente terapia antiaggregante con inibitori del P2Y12.
I dati hanno dimostrato che la sospensione della terapia antiaggregante con inibitore del P2Y12 è associata a un rischio più elevato di eventi ischemici, inclusi la morte cardiovascolare, l'infarto miocardico o l'ictus. Lo studio PEGASUS-TIMI 54 ha arruolato pazienti che avevano subito un attacco cardiaco nel periodo di tempo incluso tra i 12 e i 36 mesi precedenti.
Le linee guida europee, che raccomandavano di sospendere la doppia terapia antiaggregante 12 mesi dopo un attacco di cuore, sono state aggiornate e la nuova versione presentata proprio al Congresso della Società Europea di Cardiologia lascia aperta la possibilità - in linea con i nuovi risultati dello studio PEGASUS-TIMI 54 - della continuazione del trattamento oltre i 12 mesi.
“Quelli presentati oggi – commenta Diego Ardissino, Direttore della struttura complessa di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma e Investigatore Principale per l’Italia dello studio PEGASUS-TIMI 54 – sono dati molto importanti che confermano il potenziale di ticagrelor nel trattamento delle malattie aterotrombotiche e l’importanza della prevenzione secondaria nelle patologie cardiovascolari. I risultati indicano che esiste un beneficio più elevato nel continuare senza interruzione la terapia con ticagrelor oltre i 12 mesi, rispetto alla ripresa della stessa terapia nei pazienti che sono rimasti stabili per oltre 2 anni dopo l'infarto del miocardio e non sono stati trattati con inibitore del P2Y12 per più di un anno”. “La prevenzione cardiovascolare secondaria rappresenta una priorità critica per la salute pubblica in tutto il mondo e migliorare la sua efficacia può ridurre significativamente le morti cardiovascolari, contribuendo inoltre a limitare l’impatto economico sui sistemi sanitari e sulle economie nazionali”.
I pazienti arruolati nel braccio trattato con placebo dello studio PEGASUS-TIMI 54, che avevano interrotto di recente (entro 30 gioni) la terapia antiaggregante con inibitore del P2Y12, hanno registrato un rischio più elevato di sviluppare un successivo evento ischemico rispetto ai pazienti che avevano interrotto la terapia da più di 30 giorni, indipendentemente dal periodo trascorso dall'attacco cardiaco. Questo dato potrebbe essere dovuto alle differenze tra le caratteristiche al basale (anche se sono state adeguate appositamente per l'analisi) o all’esposizione al rischio continuo a causa della sospensione della terapia.
Nel braccio trattato con ticagrelor, i pazienti randomizzati entro 30 giorni dall'abbandono della terapia hanno sperimentato una riduzione del rischio di sviluppare un successivo evento avverso pari al 27%. I benefici maggiori del trattamento con ticagrelor sono stati riscontrati nei pazienti di questo gruppo. L'effetto sul rischio è diminuito man mano che il periodo di tempo trascorso dall'ultima dose aumentava [≤ 30 giorni HR 0,73, >30 giorni a 360 giorni HR 0,86, >360 giorni HR 1,01].
Marc Ditmarsch, responsabile dello Sviluppo Globale per ticagrelor, ha dichiarato: "Siamo soddisfatti dei risultati della sottoanalisi, che ha approfondito la nostra comprensione del rischio cardiovascolare soggiacente nei pazienti colpiti da un attacco cardiaco in passato. Inoltre ci ha permesso di comprendere meglio quali pazienti possono beneficiare maggiormente del trattamento a lungo termine con ticagrelor".
Lo studio PEGASUS-TIMI 54 ha valutato l'efficacia e la sicurezza di ticagrelor, somministrato a 60mg o 90mg due volte al giorno e associato con aspirina a basso dosaggio, in confronto al placebo più aspirina a basso dosaggio, per la prevenzione a lungo termine degli eventi aterotrombotici in pazienti che avevano subito un attacco di cuore da 12 a 36 mesi prima dell'arruolamento nello studio. I risultati completi dello studio PEGASUS-TIMI 54 sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine1 nel mese di marzo del 2015. Ticagrelor è attualmente in fase di valutazione nell'Unione Europea e negli Stati Uniti per la prevenzione secondaria cronica degli eventi aterotrombotici nei pazienti colpiti da un attacco cardiaco nel periodo compreso tra i 12 e i 36 mesi precedenti.
1 Bonaca MP, Bhatt DL, Cohen M, et al. Long-term use of ticagrelor in patients with prior myocardial infarction. N Engl J Med. 2015;372:1791-800.