Inaugurato oggi presso l’Ospedale Moriggia-Pelascini di Gravedona ed Uniti il primo centro in Italia interamente dedicato alla riabilitazione dei pazienti con Gravi Cerebro Lesioni Acquisite (GCLA): danni cerebrali di origine traumatica o vascolare che determinano una condizione di coma e disabilità gravi.
Un individuo affetto da GCLA necessita di ricovero ospedaliero per trattamenti rianimatori o neurochirurgici di durata variabile da alcuni giorni ad alcune settimane (fase acuta). Dopo questo stadio, sono in genere necessari interventi medico-riabilitativi di tipo intensivo, anch’essi da effettuare in regime di ricovero ospedaliero, che possono durare da alcune settimane ad alcuni mesi (fase post-acuta o riabilitativa).
“Il nostro ospedale rappresenta una vera e propria eccellenza ed è pioniere per ciò che riguarda l’approccio interdisciplinare di presa in carico globale nella neuro riabilitazione ad alta complessità in Italia - afferma Giuseppe Frazzitta, Responsabile dell’U.O. di Neuro riabilitazione dell’Ospedale Moriggia Pelascini di Gravedona ed Uniti – Abbiamo infatti impostato un complesso percorso di cura per pazienti con gravi cerebrolesioni (GCLA) che permette la presa in carico precoce e globale del paziente sia per la disponibilità di attrezzature robotiche all’avanguardia, sia perché la nostra struttura permette di avviare la riabilitazione già nelle fasi acute”.
L’ospedale Moriggia-Pelascini è una struttura ospedaliera in grado di rispondere efficacemente e tempestivamente alla maggior parte delle emergenze - urgenze e, nella fattispecie, ad intervenire precocemente su pazienti non stabilizzati con GCLA grazie ad un pronto soccorso sede di DEA (Dipartimento di emergenza e di accettazione) con elisuperficie adibita al volo notturno e un reparto di neurochirurgia che consentono l’intervento immediato sul paziente a cui si associa un’attività riabilitativa già all'interno della rianimazione.
“Grazie all'utilizzo delle più moderne apparecchiature a disposizione nel campo della robotica, come l’Erigo Hocoma® il paziente con Grave Cerebrolesione Acquisita (GCLA) viene verticalizzato e mobilizzato entro i primi 15 giorni – afferma Roberto Valsecchi, Responsabile dell’U.O. di Terapia Intensiva – Evidenze cliniche testimoniate dalla letteratura degli ultimi 10 anni affermano che mobilizzare precocemente tali pazienti induce una serie di feedback non solo a livello di midollo spinale, ma anche a livello centrale. Vengono, infatti, stimolate aree che coinvolgono altre funzioni ed apparati (ad esempio quello cardiorespiratorio) portando un significativo miglioramento sia in termini di qualità che di tempi più brevi nel recupero neuromotorio del paziente, favorendo la continuità delle diversi fasi di recupero e il mantenimento delle funzioni vitali.”
In questo ambito è stato avviato nel 2013 il primo protocollo di studio in collaborazione con la Clinica Universitaria di Innsbruck; al momento sono stati arruolati 8 pazienti con GCLA con l’obiettivo di valutare in termini di ‘fattibilità e sicurezza’ l’applicazione di tecniche neuro riabilitative in fase molto precoce: dalla 3° alla 15° giornata dall’ingresso in rianimazione, quando il paziente ha raggiunto una sufficiente stabilità clinica pur essendo ancora nella fase acuta della malattia.
“La collaborazione fra strutture sanitarie su tematiche comuni riguardanti la neuroriabilitazione, come ad esempio la robotica o la farmacologia nella riabilitazione, è fondamentale per essere scientificamente attivi in questo ambito e sviluppare nuove strategie terapeutiche per questi pazienti gravemente colpiti – dichiara Leopold Saltuari della Clinica Universitaria di Innsbruck – In questo campo negli ultimi anni si sono ottenuti risultati sorprendenti, tuttavia la creazione di una rete tra i centri risulta necessaria, non solo per includere il maggior numero di pazienti possibile, ma anche per ottenere risultati significativi dal punto di vista della ricerca.”
“Il protocollo di verticalizzazione precoce, attiva e passiva, che pratichiamo nel nostro ospedale tramite l’apparecchiatura Erigo Hocoma® – precisa Valsecchi – può rallentare l'evoluzione verso la contrattura degli arti, migliorare la ventilazione polmonare, aumentare la stimolazione cerebrale e migliorare la vigilanza e la coscienza in stato vegetativo o in uno stato di coscienza minima.”
I traumi sono la principale causa di morte per le persone tra i 15 e i 44 anni in Europa: tra questi, il trauma cranio encefalico (TCE) è la causa principale di decessi.[1] L’incidenza del TCE in Europa è di 243 per 100.000/abitanti per anno.[2] L’ictus conta circa 200.000 casi ogni anno in Italia, di cui l’80% sono nuovi episodi e il 20% recidive, che riguardano soggetti precedentemente colpiti. È la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Nel nostro Paese i soggetti che hanno avuto un ictus e sono sopravvissuti, con esiti più o meno invalidanti, è pari a 913.000[3].
“All’interno del nostro complesso ospedaliero coesistono strutture in grado di supportare sia le patologie acute che la neuroriabilitazione complessa. – conclude Frazzitta – Questo è di estrema importanza perché si tratta di un sistema unico in Italia che favorisce un’assistenza globale e continua per restituire funzionalità e autonomia ai pazienti affetti da gravi cerebrolesioni o con deficit derivanti da malattie neurodegenerative importanti, come per esempio il morbo di Parkinson. Esse costituiscono un problema di particolare rilevanza sanitaria e sociale nel nostro Paese, così come nel resto d’Europa”.
[1] Paden M.; McGee K, et al. 2002
[2] Tagliaferri, Compagnone et al. 2006
[3] Società Italiana dell’ipertensione Arteriosa