Comunicare il rischio alimentare non è un’operazione semplice né passa attraverso meccanismi scontati. E’ invece una strategia complessa che, pur sfuggendo sempre a un sistema di regole preordinato, richiede indirizzi, obiettivi e analisi che possono aiutare a definire almeno alcune coordinate. Nascono con questo spirito e hanno questa finalità, leLinee Guida sulla comunicazione del rischio alimentare dell’EFSA.
Si tratta di un lavoro complesso, rivolto agli operatori del settore, ma istruttivo anche per i ricercatori, che ha come valore aggiunto il fatto di essere stato condiviso con il gruppo di lavoro sulla comunicazione del foro consultivo (AFCWG) dell’Autorità e perciò di essersi arricchito del contributo delle esperienze degli esperti di comunicazione nel campo della sicurezza alimentare di tutti i Paesi Europei.
Si tratta di un lavoro completo perché consapevole della complessità dei contesti reali su cui va ad incidere, aperto ai contributi provenienti da tutte le esperienze europee e perciò un documento felicemente pensato come un laboratorio di idee e di esperienze tratte dalle migliori prassi realizzate in tutta Europa, a sottolineare così il valore pragmatico dell’iniziativa.
D’altra parte la comunicazione del rischio ha molto a che fare con la democrazia.
Riguarda la capacità delle Istituzioni di dialogare con i cittadini e ha come effetto l’empowerment della collettività nei confronti delle emergenze e delle situazioni di rischio.
Vale per comunicare in corso di epidemie, vale anche per comunicare in relazione ai rischi connessi alle scelte e alle abitudini alimentari, vale in generale per la corretta comunicazione, che è il più potente alleato delle istituzioni per promuovere stili di vita corretti e fare prevenzione primaria.
Non è un caso che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, riferendosi al ruolo della comunicazione in corso di epidemie da agenti infettivi, lo equipara a quello svolto dai laboratori e dalla sorveglianza epidemiologica poiché la comunicazione è in grado di generare comportamenti che contribuiscono al contenimento dell’epidemia.
Anche nel delicatissimo campo della sicurezza alimentare il valore della comunicazione è molto rilevante. Nei casi poi di "crisi" l’informazione diventa anche un vero e proprio banco di prova della fiducia tra cittadini e istituzioni.
E non si tratta di un test facile perché ciò che si divarica nel caso di un’emergenza alimentare sono proprio i linguaggi, il valore semantico dei termini con cui ci si riferisce al livello di rischio e di sicurezza. Un enunciato pronunciato dalla comunità scientifica può assumere nella comunità civile un altro valore. Parole come "trascurabile", "significativo", equivalgono a concetti che nell’ambito del linguaggio tecnico-scientifico possono essere associati a concetti e significati precisi, ma che non sempre nel linguaggio comune sono mantenuti o condivisi e perciò la comunicazione necessariamente rischia di subire un passaggio, uno slittamento nella comprensione.
Un problema, questo, percepito anche dalla stessa Comunità scientifica tanto che l’EFSA ha in corso già da qualche anno un’attività mirata all’armonizzazione del linguaggio utilizzato per la valutazione del rischio all’interno degli stessi esperti.
La comunicazione "laica" soffre perciò a maggior ragione di slittamenti di significato dovuti anche all’impatto emotivo che hanno le parole relativamente alle attese e ai timori del pubblico.
Trasparenza e dovere di informazione, però, che sono i punti di partenza da cui nascono queste Linee-Guida, costringono tutti a una condivisione di contenuti e dei processi di comunicazione nell’interesse dei cittadini e della sicurezza della loro salute.
Dalla fonte al destinatario, passando per il "medium", che può essere la stampa o altri strumenti a seconda del target, è necessaria una mediazione linguistica in grado di supportare ogni informazione e renderla utile, fruibile alle singole persone e con vantaggi per l’intera collettività.
Il rispetto dei tempi delle risposte per una valutazione corretta del rischio da parte dei media, l’aggiornamento costante di ciò che si conosce con certezza da parte delle fonti, la ricerca di un linguaggio il più possibile condiviso da tutti, come sottolineano le stesse Linee-Guida, sono punti fermi di un circuito virtuale e virtuoso capace di creare un ponte di fiducia tra cittadini e istituzioni e di accreditarle come fonte privilegiata.
Sono regole, indicazioni, che nella realtà, però, si collocano su una scacchiera sulla quale giocano ruoli diversi i vari soggetti istituzionali. Solo l’alleanza, il coinvolgimento di tutte le parti in gioco, poi, è in grado di generare coerenza, l’elemento più importante perché una corretta comunicazione possa ispirare fiducia e fornire ai cittadini gli strumenti capaci di contribuire anch’essi a una corretta gestione del rischio.