Informatizzare l’intero percorso della prescrizione del farmaco in ospedale grazie al collegamento tra un palmare, il braccialetto del paziente, il carrello automatizzato dei medicinali e il laboratorio di preparazione. In questo modo il farmacista può tenere sotto controllo ogni prescrizione e collaborare col medico al letto del paziente suggerendogli dosaggi, indicazioni, incompatibilità, effetti collaterali.
Informatica e capitale umano: questo il binomio su cui investire per migliorare la gestione dei farmaci negli ospedali secondo la SIFO, proposte operative di cui si discuterà al 31° congresso nazionale della Società dal 6 all’8 ottobre alla Fiera internazionale di Cagliari con più di 1.000 iscritti. “È necessario diffondere e sfruttare tecnologie che costano poco ma hanno un alto rendimento in termini di sicurezza – prosegue la Fabrizio - come il braccialetto con codice a barre, e attivare la tracciabilità non solo dei farmaci ma anche per i dispositivi medici, come valvole cardiache, protesi e stent. In Italia i primi 10 “farmacisti in corsia”, formati in un Programma promosso dal Ministero sono al lavoro da luglio (a Torino, Padova, Ancona, Bari e Messina) e i risultati della sperimentazione saranno pronti a marzo 2011; dopo di che il farmacista di dipartimento potrebbe affiancare il medico anche nei nostri ospedali”.
La tracciabilità consente non solo di associare infallibilmente la corretta terapia al malato cui è destinata, ma anche di studiare se e quanto è risultata efficace. Un vantaggio non da poco in tempi di contrazione della spesa e bilanci in rosso. E, “mentre la sperimentazione è “robusta” per i farmaci innovativi – spiega Andrea Messori vice presidente SIFO - è carente sui dispositivi nuovi, per i quali non vi è, come per i farmaci, un organismo che negozia e controlla i prezzi adeguati ai benefici. Di conseguenza registriamo minime variazioni regionali dei costi per i farmaci, mentre per i dispositivi si può trovare una variabilità importante”. Proprio il problema del federalismo e dei possibili disequilibri regionali è al centro del congresso 2010 dal titolo “Diritto alla salute e sostenibilità in una sanità federale: la SIFO interroga e propone”. “Di fronte a una situazione eterogenea, la SIFO con l’Osservatorio Nazionale monitora l’accesso ai farmaci in alcune Aziende sanitarie che rappresentano tutte le regioni – spiega Pietro Finocchiaro, segretario nazionale SIFO -. Obiettivi principali fotografare la situazione e stilare un report per i farmaci oncologici e per il diabete, i risultati definitivi li avremo entro il 2011”. In Italia, oltre alle criticità, ci sono però anche eccellenze come ad esempio la Toscana che, spiega il dott. Messori, che lavora al Careggi di Firenze, “ha deliberato 184 indicazioni oncologiche off-label, cioè fuori da quelle già fruibili perché incluse nel foglietto illustrativo, non quindi previste né da AIFA né dall’ente europeo, che però la regione rimborsa lo stesso perché studi preliminari ma convincenti supportano tali impieghi”. “Esplorare la diversità delle soluzioni adottate a livello locale costituisce il vero “tesoro” di scambio del 31° congresso SIFO - spiega Paolo Sanna, presidente dell’assise e Direttore della Farmacia dell’azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari -. Molte Regioni, interessate alla formulazione di piani di rientro hanno coinvolto i farmacisti del SSN per studiare azioni tese al recupero di risorse economiche. Dietro queste manovre, spesso ritenute impopolari vi è un esercizio di amministrazione economica molto difficile, con cui si costruisce la qualità sostenibile dell’assistenza farmaceutica in ciascuna regione”. Ma su quale altro campo insistere per aumentare l’uso più appropriato del farmaco e abbassare la spesa? Per Messori è necessario “ripetere le migliori iniziative di formazione ed educazione sul versante della prescrizione domiciliare dei medici di famiglia”. Formazione anche dei farmacisti stessi. “Sottovalutare le esigenze formative dei farmacisti del SSN - afferma Paolo Serra, referente nazionale della SIFO per i rapporti con l’università - comporta svuotare le competenze di attori della programmazione sanitaria legata al farmaco, al dispositivo medico e al diagnostico. Significa perdere un “qualificato contrappeso di valutazione” delle prescrizioni mediche a tutela della Salute Pubblica e del controllo del bilancio economico”. “I farmacisti pubblici – conclude la Fabrizio - con la loro presenza capillare in ogni struttura sanitaria e con la loro funzione di ponte tra cittadini e istituzioni, costituiscono un osservatorio privilegiato per evidenziare, denunciare e contribuire a correggere eventuali criticità e disomogeneità, e per determinare quell’equità di trattamento garantita dalla nostra Costituzione”.