Ministero della Salute
Ministro Ferruccio Fazio
e p.c.
Avis Nazionale
Presidente Vincenzo Saturni
Avis provinciale Brescia
Presidente Mario Zorzi
Centro Nazionale Sangue
Direttore Giuliano Grazzini
Egregio Ministro,
Le scrivo in merito a una spiacevole vicenda accaduta all'Associazione volontari italiani sangue di Brescia, che già nei mesi scorsi la Lega italiana per la lotta contro l'Aids ha segnalato alla medesima Avis (nazionale e di Brescia) e al Centro Nazionale Sangue che fa capo al Suo ministero.
Alla Lila è infatti giunta una segnalazione, lo scorso gennaio, sull'esclusione all'Avis di Brescia di un potenziale donatore in quanto convivente con un familiare (non partner) sieropositivo. Esclusione dovuta alle linee guida stilate dal Dipartimento provinciale di Medicina trasfusionale e Ematologia di Brescia, e consegnate al donatore rifiutato, che appunto escludono esplicitamente la donazione da parte di conviventi con soggetti affetti da Hiv.
Presa visione di tali linee guida (consultabili anche all'indirizzo internet http://www.avisodolo.it/linee_
Il CNS ha risposto, specificando come il Decreto 3 marzo 2005 (Protocolli per l'accertamento dell'idoneità del donatore di sangue e di emocomponenti), a differenza di quanto accade per epatite B, “non fornisce indicazioni specifiche in merito al contatto domestico (convivenza familiare) con soggetti Hiv positivi per il fatto che sia le evidenze epidemiologiche, sia le caratteristiche biologiche di scarsa resistenza ambientale del virus Hiv, rendono remoto il rischio di contrarre l'infezione attraverso il contatto domestico comune”, specificando che “le modalità di trasmissione dell'infezione da Hiv sono ormai ampiamente dimostrate e non sono associate alla comune convivenza domestica familiare”.
L'Avis, sia Nazionale che Brescia, non ha invece ritenuto di dover rispondere. Consideriamo grave che ogni persona che contatti l'Avis di Brescia per diventare donatore riceva un modulo che, con pretesa autorevolezza, spiega che la convivenza con le persone sieropositive è un rischio e che quindi "il convivente di una persona HIV positiva è sospeso dalle donazioni per tutta la durata della convivenza e la riammissione può avvenire dopo 4 mesi dal termine della convivenza previo controllo sierologico".
A quattro mesi dalla nostra segnalazione, dobbiamo presupporre che questo accada tutt'ora. Quelle fornite dall'Avis sono informazioni errate e allarmistiche, inutilmente gravose per le persone sieropositive, che ci preoccupano perché vanno ad alimentare pregiudizi che vorremmo scomparsi.
Egregio Ministro, Le chiedo quindi di intervenire, per quanto nei Suoi poteri, affinché a Brescia abbia fine questa inaccettabile posizione discriminatoria. Le chiedo inoltre di avviare accertamenti che tendano ad escludere che linee guida non aderenti con l'evidenza scientifica e coi Decreti di Legge siano applicati anche altrove.
Cordiali saluti,
Alessandra Cerioli
Presidente Lega Italiana per la lotta contro l’Aids
Torino, 30 luglio 2010