Risparmiare il 40% della spesa per medicinali e ausili terapeutici (dai cerotti ai pacemaker) negli ospedali italiani. Un obiettivo ambizioso ma che si può raggiungere con l’impiego dei farmacisti di dipartimento che lavorano in corsia a stretto contatto con il medico e permettono una gestione più oculata del farmaco nei nosocomi italiani, abbattendo inoltre del 30% le possibilità di errori come gli scambi delle medicine tra un paziente e l’altro. Dati sorprendenti ma reali, che si basano su risultati già registrati in alcuni ospedali italiani. Perciò il Ministero della Salute, dipartimento della Qualità, in collaborazione con la Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie (SIFO), la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e la European Association of Hospital Pharmacists (EAHP), ha avviato il progetto ‘Farmacista di Dipartimento’. La prima fase, dedicata alla formazione, si è svolta a Roma presso il Ministero e si è appena conclusa. Dal primo luglio partirà la sperimentazione sul campo. Dieci farmacisti sono pronti a scendere in corsia alle Molinette di Torino, all’Istituto Oncologico Veneto di Padova, agli Ospedali Riuniti di Ancona, all’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari e all’Ospedale San Vincenzo di Taormina (Me). La sperimentazione, prima nel suo genere in Italia, si concluderà a marzo 2011 con una giornata di presentazione del documento di indirizzo che illustrerà il modello di riferimento per avviare l’introduzione del Farmacista di Dipartimento nelle Strutture sanitarie italiane. “La fase di formazione del Programma ‘Il Farmacista di Dipartimento quale strumento per la prevenzione degli errori in terapia e l’implementazione delle politiche di Governo clinico in ambito oncologico’, promosso dal Ministero della salute in collaborazione con SIFO e FOFI – spiega il dott. Filippo Palumbo, Capo Dipartimento della Qualità del Ministero della Salute - ha avuto la finalità di dotare i farmacisti delle competenze necessarie per poter svolgere l’attività di farmacista di dipartimento ai fini della sicurezza dei pazienti in ambito oncologico/oncoematologico e contribuire all’elaborazione di un modello di farmacista di dipartimento che possa essere adottato in realtà diverse e in ambiti diversi da quello oncologico, anche assicurando il contributo nella prevenzione degli errori in terapia farmacologica e quindi nel miglioramento della qualità delle cure. Il corso ha fornito anche gli strumenti necessari a migliorare gli aspetti professionali correlati alla comunicazione per assicurare una rapida ed efficace integrazione con le diverse figure del dipartimento. Le lezioni sono state tenute da relatori nazionali ed internazionali, esperti del tema della sicurezza dei pazienti, fra cui tutto l’Ufficio III Direzione generale della programmazione sanitaria, referenti SIFO e FOFI”.
“In molte realtà internazionali, quali gli Stati Uniti, la figura del farmacista in corsia è già da anni una realtà consolidata - spiega Laura Fabrizio, Presidente SIFO - ma il modello assistenziale ed organizzativo della sanità pubblica del nostro Paese è molto differente. E’ necessario, quindi, individuare un modello condiviso, applicabile nella realtà italiana, facendo tesoro anche di alcune esperienze significative che già si sono sviluppate in Italia. Il Programma Ministeriale prevede di testare il modello in ambito oncologico. In seguito, il nostro compito sarà quello di implementare questa figura in altre strutture italiane e in altri processi, ad esempio in Medicina, Nefrologia, Pediatria, Terapia intensiva, ecc... Duplice lo scopo: ridurre gli errori di terapia e migliorare la qualità delle prestazioni in un’ottica di governo clinico”. “Apprezziamo molto - afferma Pietro Finocchiaro, Segretario SIFO - la lungimiranza del Ministero della Salute nel portare avanti questo programma, investendo risorse in un progetto così innovativo, a dimostrazione di quanto si creda nel valore aggiunto che la figura del farmacista di dipartimento apporta nelle Aziende Sanitarie in termini sia di sicurezza per i pazienti sia di razionalizzazione della spesa farmaceutica.”“In oncologia ma anche nelle altre branche mediche – afferma Marco Venturini – segretario nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) - l’appropriatezza nella scelta del medicinale per ogni paziente sta assumendo un ruolo sempre maggiore: trattamenti mirati, dosaggi targetizzati, monitoraggio dell’efficacia e del rapporto benefici-costi sono tutte tematiche sempre di più all’ordine del giorno e che per alcuni medicinali molto costosi come quelli oncologici assumono un’importanza fondamentale. Tutto ciò in un quadro come l’attuale caratterizzato da un’obbligatoria ricerca delle lacune organizzative della sanità, dove il primo passo è investire sul personale per una sanità più efficiente e vicina ai bisogni dei malati. Per questi motivi la figura del farmacista di dipartimento, inserito nei reparti di oncologia ed onco-ematologia, così come sta emergendo da recenti esperimenti sul campo, può produrre risultati concreti in termini di risparmi e di riduzione degli errori, essendo inoltre un utilissimo ausilio all’oncologo clinico per un lavoro sempre più caratterizzato dall’interdisciplinarietà. In questo quadro ben venga la collaborazione con i farmacisti ospedalieri e con la SIFO che da anni ormai conduce una intensa e precisa sperimentazione sul campo che ha prodotto risultati tangibili a disposizione delle Istituzioni”.