Otto
pazienti cardiopatici su dieci dichiarano in un sondaggio internazionale di
essere stati spronati dalla diagnosi della malattia a vivere una vita più sana
concentrata sulla cura del proprio corpo e sulle cose che più contano come la
famiglia. Oltre il 90% dei pazienti di questo sondaggio ha dichiarato inoltre
di averla considerata una seconda opportunità di vita. Tuttavia, quasi la metà dei pazienti
intervistati ha espresso la sensazione di poter fare poco per ridurre il
rischio di infarto e molti non adottano uno stile di vita più salutare per il
cuore per prevenire ulteriori complicazioni. Questo il risultato di un
sondaggio condotto tra più di 3000 sopravvissuti ad eventi cardiaci in Canada,
Francia, Germania, Italia, Messico e Regno Unito .
"Sappiamo da tempo, e
la nostra indagine lo conferma, che seppur i pazienti dicano di essere motivati
a modificare il proprio stile di vita cogliendo questa seconda opportunità,
incontrano poi molte difficoltà ad attenersi alle raccomandazioni del
medico", spiega Helen Anderson, presidente della
World Heart Federation (WHF).
"La WHF ha collaborato con
Daiichi Sankyo e Eli
Lilly per comprendere meglio le ragioni di
questo divario tra sapere e agire e per aiutare i pazienti a colmarlo”.
Circa 17,5 milioni di persone nel mondo sono morte di
malattie cardiovascolari nel 2005, ovvero il 30% della mortalità mondiale
totale. “Negli USA l'infarto miete, ogni anno, quasi un milione di vittime,
molte di più delle vittime delle ultime guerre messe insieme Corea, Vietnam e
le due guerre del Golfo” illustra Francesco
Prati Responsabile Unità Operativa Emodinamica, Ospedale San Giovanni Addolorata
di Roma. “In Italia ogni anno sono colpiti da infarto oltre 100.000 italiani – uno ogni
6 minuti - e il 50 per cento ha
un'età inferiore ai 70 anni. Durante i primi 12 mesi dopo l'infarto si ha
ancora una mortalità superiore al 5 per cento”.
“Tutte le
persone colpite da infarto o diagnosticate in generale con una cardiopatia
grave, che compromette in maniera importante la propria qualità e, in alcuni
casi, aspettativa di vita, subiscono un trauma anche dal punto di vista psicologico”
afferma Gianni Spinella, Presidente
di Conacuore, l’Associazione di
pazienti cardiopatici che riunisce oltre 120 sedi dislocate in tutta
Italia “e come dimostra questa ricerca cambiano le prospettive, si presta più
attenzione a tutto, niente è più superficiale e banale, la vita viene vissuta
in maggiore profondità. Dopo un primo momento caratterizzato da ansia e
depressione le persone colpite da cardiopatia, se adeguatamente supportate e
informate, possono vivere una vita più piena e più rispettosa degli autentici
valori che ad essa danno senso”.
Sulla base
dei risultati del sondaggio e di ulteriori ricerche recenti, oggi viene
lanciata una nuova iniziativa di educazione pubblica al Congresso di Barcellona
della Società Europea di Cardiologia: Your Heart: New Start (ovvero, il tuo cuore: un nuovo inizio),
volte ad aiutare gli operatori sanitari e i pazienti cardiopatici a collaborare
per una migliore gestione della salute cardiaca.
L’iniziativa
educazionale è stata sviluppata
per fornire le risposte alle domande dei pazienti colpiti da un evento cardiaco
emerse nel corso del sondaggio. L'iniziativa
Your Heart: New Start fornisce ai
pazienti e ai loro cari informazioni su fitness, alimentazione e aderenza al
trattamento terapeutico complessivo nel momento in cui sono maggiormente
ricettivi a specifici messaggi e informazioni, ovvero in seguito a un evento
cardiaco maggiore. In
Italia sarà Conacuore il partner di Daiichi Sankyo e Eli Lilly che promuoverà la diffusione su tutto il territorio
nazionale di questo progetto.
Il programma si basa sull’evidenza che, dato il
trauma associato all'evento cardiaco, i pazienti sono troppo sconvolti per
recepire tutte le informazioni necessarie al momento delle dimissioni. Per
massimizzare le possibilità di successo, già nella lettera di dimissione,
scritta con semplicità e chiarezza, evitando la terminologia specialistica le
informazioni devono essere fornite per stadi, considerando il generale processo
emozionale che i pazienti devono attraversare naturalmente per prendere visione
della propria condizione. Sono state individuate due ‘finestre di insegnamento
chiave’ entro le quali i pazienti affetti da SCA (Sindrome Coronarica Acuta)
sembrano essere più ricettivi a specifici tipi di informazioni necessarie per
migliorare la salute del loro cuore in seguito ad un evento cardiaco. I pazienti sono ricettivi alle
informazioni sull'importanza di aderire al trattamento terapeutico nel periodo
della prima finestra, mentre in quello della seconda finestra, sono
maggiormente ricettivi alle informazioni che riguardano i cambiamenti nelle
abitudini di vita e la gestione della malattia nel suo complesso.
Dati del sondaggio
Your Heart: New Start study è stato condotto in Italia da
GfK Roper Public Affairs & Media su un campione rappresentativo di 502
adulti di 40 anni e oltre che hanno sofferto di un attacco di cuore o di altre
condizioni cardiache serie come l’angina. In Italia i pazienti che si sentono di aver avuto una seconda chance iniziano a
trattare il proprio corpo con maggiore rispetto, focalizzandosi sulle cose
giuste, come la famiglia.
Cosa ne fanno i malati di cuore della loro seconda
possibilità? Migliorano la loro salute, le relazioni e la loro abilità di fare
le cose che amano. Altri dicono di aver smesso di fumare e di aver migliorato
la propria condizione economica.
Inoltre, i malati di cuore
trovano utile una varietà di informazioni: dai suggerimenti su come prevenire
un attacco di cuore ai programmi di esercizio fisico. I pazienti che hanno
maggiori conoscenze sulla gestione della loro condizione sono più propensi a
seguire le indicazioni di trattamento del proprio medico. Tuttavia, dai dati emerge
che per molti malati di cuore in Italia, sapere cosa fare è una cosa e farlo
praticamente è un altra cosa. Sei pazienti su dieci dichiarano che mettere in
pratica ciò che si conosce è duro e che seguire le indicazioni del proprio
medico è più difficile di quanto si pensi, soprattutto quando si è in evidente
carenza di un supporto psicologico. Infatti, seguire le indicazioni del medico
è critico. Peraltro i pazienti che sono fedeli nel seguire i programmi di
trattamento riferiscono di essere
più felici, più in salute e più
ottimisti di coloro che falliscono nel seguirli.
Il sondaggio
Il WHF, in collaborazione e con il
patrocinio di Daiichi Sankyo e Eli Lilly, ha messo a punto questo sondaggio
internazionale. Il sondaggio è stato condotto da GfK Roper in Canada, Francia,
Germania, Italia, Messico e Regno Unito tra campioni rappresentativi a livello
nazionale di adulti di età pari o superiore a 40 anni che hanno avuto un
infarto o che soffrono di altra cardiopatia grave, come l’angina, per un totale
di 3011 pazienti [All Country Summary p29]. Il sondaggio è stato completato nel
dicembre 2008. L'errore di campionamento, al livello di confidenza del 95%, per
i risultati basati sul totale è di +/- 3,4 punti in percentuale. L'errore di
campionamento è superiore per l'analisi dei sottogruppi.
La World Heart Federation
La World Heart Federation, organizzazione non
governativa con sede a Ginevra, si propone di aiutare la popolazione mondiale
nell'obiettivo di allungare e migliorare la vita attraverso la prevenzione e il
controllo di ictus e cardiopatie, rivolgendo un'attenzione particolare ai paesi
a medio e basso reddito. È costituita da 196 società di cardiologia e
fondazioni per le cardiopatie di 100 paesi, distribuiti nelle regioni di
Asia-Pacifico, Europa, America e Africa.
Ulteriori informazioni sul sito : www.worldheart.org