Cresce il feeling tra gli italiani e i farmaci generici, nei confronti dei quali i nostri connazionali dimostrano oggi più informazione e fiducia. Lo rivela un’interessante ricerca condotta da Research International per ratiopharm, su un campione di 1.002 persone dai 18 ai 64 anni, residenti in tutta la Penisola. Obiettivo dell’indagine era sondare come sia cambiata negli ultimi due anni la percezione degli unbranded in Italia. Mentre nel 2007 il 73% degli intervistati aveva sentito parlare di farmaci generici e solo il 30% di farmaci equivalenti, nel 2009 queste percentuali sono salite, rispettivamente, al 94% e al 77%. Non solo, dunque, il termine “generico” risulta essere identificativo della categoria dei farmaci unbranded, ma comincia ad affiancarglisi il più appropriato termine “equivalente”. In crescita risultano anche la quantità e la correttezza delle informazioni sulle caratteristiche distintive di questi farmaci, mentre compaiono sempre più spesso, nelle definizioni che ne danno gli italiani, termini come “eccipienti” e “brevetto”, ancora poco noti fino a due anni fa. Tra quanti affermano di conoscere i medicinali generici (oltre 9 italiani su 10), oggi l’11% dichiara di “sapere esattamente di che cosa si tratta e avere un buon livello di conoscenza in materia”, contro l’8% del 2007, mentre a “sapere di che cosa si tratta e avere una discreta conoscenza dell’argomento” è il 47%, rispetto al 33% di due anni fa. Al contrario, il 31% del campione sostiene di “sapere più o meno di che cosa si tratta e avere poche conoscenze in merito”: un dato in calo, rispetto al 44% del 2007. Allo stesso modo, coloro che ne hanno “solo sentito parlare ma non ne sanno quasi nulla in merito” erano il 15% nel 2007 e si sono ridotti, nel 2009, all’11%. Si tratta di un importante risultato, indice del buon lavoro svolto dagli operatori sanitari sul piano della comunicazione ai pazienti, che ha tra le conseguenze positive anche un notevole risparmio per il SSN e per le tasche dei cittadini. “Questa ricerca - ha dichiaratoMarco Grespigna, Direttore Commerciale di ratiopharm Italia - dimostra come l’impegno di medici, farmacisti ed Istituzioni, volto ad informare i pazienti sull’esistenza del farmaco equivalente, stia cominciando a dare i propri frutti. A questo aggiungerei l’impegno in comunicazione delle aziende del comparto, che purtroppo pochissimi oltre ratiopharm stanno implementando, con campagne media e web rivolte ai cittadini. Nella fattispecie, abbiamo pianificato fin dal 2008 campagne promo-informative su TV, stampa e soprattutto web, per sviluppare la notorietà del marchio ma anche per informare i cittadini sulla qualità, efficacia e sicurezza del farmaco equivalente”. Emergono inoltre una fiducia sempre maggiore verso gli equivalenti e la predisposizione alla sostituzione del prodotto griffato con il farmaco generico, specie tra i soggetti con livello di istruzione medio-alto. Nel 2009, il 45% degli intervistati ha chiesto esplicitamente la sostituzione, contro il 24% del 2007. Alla domanda “se il farmacista le proponesse di sostituire il farmaco con ricetta con un farmaco generico”, il 35% ha risposto di “accettarlo sempre e comunque”, rispetto al 24% del 2007, mentre il 38% lo accetterebbe solo se “si sentisse tranquillo, ma di certo non tornerebbe dal medico a chiedere”, contro il 36% del 2007. Gli irriducibili della marca, che rifiutano sempre la sostituzione, si sono ormai ridotti a un esiguo 7%, rispetto al 9% di soli due anni fa.