L’educazione sessuale è come quella fisica: una materia scolastica da insegnare ai ragazzi per restare in salute. Per un corretto stile di vita non bere, non fumare, non drogarti, fai movimento, cura l’alimentazione e utilizza sempre metodi contraccettivi sicuri, pillola e preservativo. La Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) non ha dubbi: “In Italia una ragazza su tre non usa alcuna precauzione la sua “prima volta” e il 50% continua a non proteggersi neppure in seguito. Crescono le under 14 che chiedono il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza (dallo 0,5% del 1995 all'1,2% del 2005) e le malattie sessualmente trasmissibili (MST) sono in forte crescita – sottolinea il presidente Giorgio Vittori –. Distribuire contraccettivi nelle scuole superiori è utile per sensibilizzare i giovani sull’importanza di praticare sesso con responsabilità per salvaguardare la loro salute e anche la fertilità futura. Ma non basta. Per colmare l’ignoranza dilagante servono soprattutto interventi strutturati nelle classi, da parte di medici e psicologi”. “E come per ogni altra materia, vanno definiti programmi precisi con libri di testo specifici e validati - aggiunge Alessandra Graziottin, Direttore della Ginecologia del San Raffaele Resnati di Milano –. Con indicatori di efficacia, per docenti e studenti, per valutare la buona riuscita dell’intervento formativo”. A questo scopo, la SIGO sta elaborando un set pronto all’uso, da fornire ai ginecologi che insegnano educazione sessuale: un “pacchetto completo” di diapositive, poster, guide per gli insegnanti e i ragazzi promosso dal progetto “Scegli tu” dedicato ad una sessualità consapevole, disponibile dall’inizio del prossimo anno scolastico. È la ricetta che la SIGO ha illustrato al Convegno “Educazione sessuale, nuovi attori per nuovi bisogni” organizzato oggi al Senato a tecnici, medici, Istituzioni e rappresentanti del mondo sportivo. Tra i protagonisti anche Margherita Granbassi, medaglia olimpica convinta che i campioni possano diventare testimonial importanti per campagne sul sesso sicuro e Diana Bianchedi, Presidente della Commissione Italiana Atleti del CONI. Da loro una proposta alla SIGO: “La Società scientifica si renda disponibile per corsi di formazione agli allenatori e agli atleti sui temi dello sviluppo sessuale e della contraccezione consapevole. Un modo per rendere sempre più nutrito, saldo e compatto il fronte di chi si impegna contro la disinformazione, per mettere i nostri giovani al riparo dai rischi”. L’educazione sessuale in altri Paesi viene da anni insegnata regolarmente nelle scuole: in Germania dal 1970, in Francia dal 1973, in Svezia dal 1956. In Inghilterra, per rispondere all’emergenza di aborti fra le adolescenti, si è pensato di introdurla fin dalle elementari. Ma nel nostro Paese, dove la prima proposta di legge in merito risale al 1910, nessun tentativo è riuscito a raccogliere consensi sufficienti per il varo di una legge nazionale. “La scuola resta il campo più controverso, anche se noi operatori siamo pronti – commenta Emilio Arisi, componente del Direttivo SIGO - . Ci siamo interrogati su questo tema già nel 2007: il 67% degli intervistati nella nostra indagine è favorevole all’introduzione negli istituti superiori italiani di una distribuzione diretta e controllata di contraccettivi, pillola e preservativo, alla presenza di un medico”. È questo il modello utilizzato nei Paesi Bassi (la duplice protezione, il cosiddetto “doppio olandese”), che presentano una delle più basse percentuali di ragazze madri al mondo e sono considerati un esempio da imitare. Ma fra gli attori chiave del processo educativo non va tralasciata la famiglia: “Servono corsi sulla sessualità anche per mamma e papà – spiega la Graziottin -: solo il 40% delle madri delle ragazze nate dall’85 in poi parla di contraccezione con le figlie, appena il 47% dei genitori considera il profilattico sicuro nei confronti delle malattie sessualmente trasmesse, il 52% ritiene la pillola contraccettiva sicura, mentre usata bene lo è al 99,9%. L’81% dei maschi parla di contraccezione, ma soltanto il 4% si rivolge al padre e appena il 3% alla madre (prevalgono gli amici, 59%). Ed è sbagliata anche la percezione dei genitori rispetto ai comportamenti sessuali dei propri figli: solo il 5% crede che la ragazzina (lo studio è riferito ad adolescenti con meno di 15 anni) abbia avuto rapporti o del “petting spinto”, contro il 38% che invece già lo fa. Per riuscire ad abbattere le resistenze è quindi utile incontrare le famiglie prima di intervenire nelle classi e condividere con loro quello che verrà spiegato agli studenti il giorno successivo. Così raggiungiamo il duplice obiettivo di “ri-aggiornare” i genitori per far fronte comune, con una maggiore autorevolezza e consapevolezza del messaggio educativo, contro i comportamenti a rischio”. Il Ministro della Gioventù, in un messaggio rivolto alla SIGO, condivide la necessità di interventi urgenti: “La nostra società è matura per uscire da false ipocrisie ed affrontare un tema che fa parte della vita quotidiana degli esseri umani, senza ostentazioni e senza occultamenti – dice l’on. Giorgia Meloni -. Ciò non significa abbandonarsi ad un “libertarismo” ideologico, che culturalmente e idealmente non mi appartiene, ma ritengo fondamentale tutelare il futuro dei giovani, sia per quanto riguarda la loro salute fisica che quella psicologica”. Nel Convegno si sono anche sottolineate esperienze positive per raggiungere gli adolescenti in modo efficace attraverso i media, in particolare internet o campagne articolate come “Scegli tu”, un progetto con cui SIGO ha sensibilizzato centinaia di migliaia di ragazzi “In questi giorni è in corso la campagna estiva Travelsex dedicata ai ragazzi in vacanza – conclude Giorgio Vittori -. In attesa che si attivino canali più istituzionali e che si possa predisporre un piano organico nelle scuole, la nostra Società intende offrire il suo contributo e ribadire che l’educazione sessuale dei giovani è per noi una priorità”.