Il dolore è un disturbo presente nell’85% circa delle donne. E il 16% di queste ne soffre in modo estremamente severo. Un dolore che può essere anche “utile”, perchè avverte che qualcosa nell’organismo non funziona come dovrebbe, ma che il più delle volte è assolutamente “inutile”, come quello del parto, o il dolore del ciclo mestruale (il 57% delle donne ne soffre in modo grave) o quando degenera e diventa un sintomo prolungato e cronico, lesivo del benessere di una persona, coinvolgendo anche l’emotività e diventando esso stesso una malattia. E non solo a causa di patologie temibili come quelle oncologiche, ma anche legato a malattie che colpiscono tipicamente le donne a partire dai 60 anni di età come l’alluce valgo, l’artrite e la lombosciatalgia. Un dolore che, in ogni sua forma, mina l’indipendenza e la qualità della vita, che può essere trattato, ma che, secondo gli studi, troppo spesso nelle donne viene sottostimato. Secondo una recente indagine il dolore cronico colpisce il 40% delle donne, contro il circa 30% degli uomini. Ma qualcosa si sta muovendo, le Istituzioni stanno iniziando a farsi carico del problema e, presto, le Regioni saranno “costrette” ad investire nella terapia del dolore. Di questo argomento si parla oggi a Roma, alle 17.30 nella Sala del Carroccio in Piazza del Campidoglio, in occasione della conferenza pubblica “Donne e Dolore”, organizzata da O.N.Da, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna, con il sostegno di Mundipharma.