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From today, WHO will refer to the new influenza virus as influenza A(H1N1). The situation continues to evolve rapidly. As of 17:00 GMT, 30 April 2009, 11 countries have officially reported 257 cases of influenza A (H1N1) infection. The United States Government has reported 109 laboratory confirmed human cases, including one death. Mexico has reported 97 confirmed human cases of infection, including seven deaths. The following countries have reported laboratory confirmed cases with no deaths - Austria (1), Canada (19), Germany (3), Israel (2), Netherlands (1), New Zealand (3), Spain (13), Switzerland (1) and the United Kingdom (8). Further information on the situation will be available on the WHO website on a regular basis. WHO advises no restriction of regular travel or closure of borders. It is considered prudent for people who are ill to delay international travel and for people developing symptoms following international travel to seek medical attention, in line with guidance from national authorities. There is also no risk of infection from this virus from consumption of well-cooked pork and pork products. Individuals are advised to wash hands thoroughly with soap and water on a regular basis and should seek medical attention if they develop any symptoms of influenza-like illness.
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Cos'è la nuova influenza provocata da virus A/H1N1?
La nuova influenza umana da virus A/H1N1. La nuova influenza A/H1N1 è un infezione virale acuta dell’apparato respiratorio con sintomi fondamentalmente simili a quelli classici dell’influenza: febbre ad esordio rapido, tosse, mal di gola, malessere generale.
Come per l’influenza classica sono possibili complicazioni gravi, quali la polmonite, e casi mortali. I primi casi di questa nuova influenza umana da virus A/H1N1 sono stati legati a contatti ravvicinati tra maiali e uomo; il nuovo virus A/H1N1 è infatti un virus di derivazione suina. Nell’uomo infezioni da virus influenzali suini sono state riscontrate occasionalmente fin dagli anni 50 e sono legati ad esposizione e contatti ravvicinati (1-2 metri) con suini, ma il nuovo virus A/H1N1 si è ora adattato all’uomo ed è diventato trasmissibile da persona a persona. L’influenza non viene trasmessa attraverso il cibo e si sottolinea come, anche se i primi casi siano stati legati a suini, non vi sia alcun rischio di infezione attraverso il consumo di carne suina cotta o prodotti a base di carne suina. Trattandosi di un nuovo virus influenzale, la vaccinazione con i tradizionali vaccini antinfluenzali (vaccini stagionali) molto probabilmente non è efficace; la vaccinazione contro l’influenza classica è comunque una misura raccomandata in caso di viaggi .
Quanto è grave l'influenza da virus A/H1N1 nell'uomo?
Come l'influenza stagionale, l'influenza da virus influenzale A/H1N1 nell'uomo può presentarsi in forma lieve o grave. Come l'influenza stagionale, può causare un peggioramento di patologie croniche pre-esistenti e in passato sono stati segnalati casi di complicazioni gravi (polmonite ed insufficienza respiratoria) e decessi associati ad infezione da virus A/H1N1.
Le persone possono prendere la nuova influenza umana da virus A/H1N1 mangiando carne di maiale?
No, i virus della nuova influenza umana da virus A/H1N1 non sono trasmessi dal cibo; non si può contrarre tale influenza mangiando maiali o prodotti a base di carne di maiale. Mangiare carne maneggiata in maniera appropriata, carne cotta e prodotti a base di carne suina non comporta alcun rischio. Cuocere la carne a temperatura interna di 70-80° gradi uccide il virus dell'influenza, così come gli altri batteri e virus, al pari della stagionatura.
Come si trasmette la nuova influenza umana?
La trasmissione da uomo a uomo del virus dell'influenza si può verificare per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche per via indiretta attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Per questo una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie è essenziale nel limitare la diffusione dell'influenza.
Per quanto tempo una persona infetta può trasmettere il virus dell’influenza umana da nuovo virus A/H1N1 ad altre persone?
Le persone con influenza umana da nuovo virus A/H1N1 sono da considerare potenzialmente contagiose per tutto il periodo in cui manifestano sintomi, generalmente per 7 giorni dall’inizio della sintomatologia, più il giorno che precede l'insorgenza dei sintomi. I Bambini, specialmente quelli più piccoli, possono potenzialmente diffondere il virus per periodi più lunghi.
Cosa si può fare per proteggersi dall’influenza umana da nuovo virus A/H1N1?
In questo momento non c’è un vaccino che sia efficace contro l’influenza da virus A/H1N1; ci sono tuttavia azioni comuni che aiutano a prevenire la diffusione di germi che causano infezioni respiratorie come l’influenza:
Come si può diagnosticare l'infezione da virus influenzale A/H1N1 nell'uomo?
Per la diagnosi di tale influenza è necessario raccogliere un campione di secrezioni respiratorie (tampone nasale o faringeo) entro i primi 4 – 5 giorni dall'inizio dei sintomi (quando è maggiormente probabile che la persona elimini i virus). Comunque, alcune persone e in particolar modo i bambini possono eliminare il virus influenzale per 10 giorni e più. L'identificazione del virus richiede l'invio del campione ad un Laboratorio di riferimento. E' il medico ad indirizzare l'eventuale caso sospetto al laboratorio di riferimento.
Quali farmaci possono essere usati per trattare le infezioni da virus influenzali A/H1N1 nell'uomo?
Sono disponibili diversi tipi di farmaci antivirali per il trattamento dell'influenza: amantadina, rimantadina, oseltamivir e zanamivir. Mentre la maggior parte dei virus si sono rivelati suscettibili a tutti e quattro i farmaci, il nuovo virus influenzale è risultato resistente alla amantadina e alla rimantadina; pertanto solo oseltamivir e zanamivir sono raccomandati per il trattamento della nuova Influenza.
Quante sono le fasi e i livelli di rischio di una pandemia?
Nel 2009, sono state riviste le fasi descrittive di una eventuale pandemia e l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha deciso di utilizzare come metodo di misurazione una scala da 1 a 6. Lo schema seguente sintetizza le fasi e i livelli di rischio di una eventuale pandemia.
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Attenzione alle lampade UVA, che fissano i gel nella ricostruzione delle unghie: potrebbero causare un tumore a cellule squamose. L'allarme è scattato in Inghilterra dopo due casi, dove due donne hanno sviluppato un tumore della mano, dopo essersi sottoposte a più ricostruzioni delle unghie nel corso dellanno. Purtroppo è ciò che si temeva, con la grande diffusione di questa moda afferma Patrizio Mulas, presidente dell'Associazione dermatologi ospedalieri italiani (ADOI)- la causa è legata ai raggi UVA delle macchinette dove si infilano le mani, necessari a fissare il gel e le relative decorazioni. Il problema è labuso di questa metodica che, come avviene per le normali lampade abbronzanti, comporta il rischio di sviluppare un tumore della pelle. Senza dimenticare i prodotti chimici, normalmente utilizzati per rimuovere i prodotti dalle unghie, che posso essere ulteriori fattori, che favoriscono la comparsa di queste neoformazioni tumorali".
Lo afferma anche uno studio pubblicato su Archives of Dermatology .
I due casi inglesi riguardano una donna che ha sviluppato il cancro alla pelle della mano destra, dopo essersi sottoposta alla ricostruzione delle unghie per ben otto volte l'anno, e un altra che ha usato lampade per le unghie due volte al mese per 15 anni. Per chi non riesce a evitare di ricorrere alla costruzione delle unghie conclude Mulas- il consiglio è utilizzare una crema ad alta protezione sulle mani e le dita curare le unghie Il consiglio è ricorrere alla crema solare ad alta protezione, almeno nelle aree che vengono sottoposte alla luce UVA, conclude Mulas.
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Sur la base d'une évaluation de toutes les informations disponibles et à la suite de plusieurs consultations d'experts, le Directeur général de l'OMS a décidé de passer au niveau d'alerte pandémique supérieur, c'est-à-dire de la phase 4 à la phase 5.
Tous les pays doivent immédiatement activer leur plan de préparation pour faire face à la pandémie. À ce stade, les mesures efficaces et essentielles sont notamment une surveillance renforcée, le dépistage et le traitement précoce des cas et la lutte contre l'infection dans tous les établissements de soins.
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Il Direttore Generale dell’ Agenzia Italiana del Farmaco, Prof. Guido Rasi, invita i cittadini a non acquistare ed assumere i farmaci antivirali Zanamivir e Oseltamivir, se non specificatamente prescritto da medici dei Centri di riferimento dopo accertamento della diagnosi e valutazione della sintomatologia. “Acquistare gli antivirali nella convinzione che potrebbe essere utile averne alcune confezioni in casa è del tutto inutile poiché il Ministero ha più volte confermato la disponibilità di un numero di dosi perfettamente adeguate a fronteggiare una eventuale epidemia di influenza suina. A questo riguardo è bene evidenziare che al momento nessun caso accertato si è verificato nel nostro Paese. Inoltre, questi farmaci non sono efficaci in via preventiva, vale a dire per proteggersi da un eventuale contagio influenzale, ma agiscono bloccando il virus quando è già presente nell’organismo e devono essere assunti in un arco temporale estremamente preciso. Utilizzarli quando non si è colpiti con certezza dall’infezione significa favorire la comparsa di virus resistenti ai farmaci e mettere, in questo caso sì a serio rischio, la salute propria, dei familiari e della collettività poiché i medicinali sarebbero del tutto inefficaci e non si avrebbero più “armi” per fronteggiare la malattia. Per questo invito i medici a prescrivere gli antivirali solo in presenza di sintomi importanti, e dopo aver avuto certezza di trovarsi di fronte all’influenza “suina” con accertamento sierologico dell’avvenuto contagio, ed esorto i cittadini a non farsi trascinare dall’emotività perché ad oggi se un rischio c’è è quello di sprecare strumenti di cura importanti.
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Intervista a Giuseppe Capovilla, Direttore del Centro per l’Epilessia e della Neuropsichiatria Infantile, Ospedale di Mantova Segretario della LICE
Quali problemi incontra oggi una
persona che soffre di epilessia?
Paradossalmente le difficoltà sono legate più ai pregiudizi che non ad ostacoli alla vita pratica. In alcuni settori l’epilettico trova notevoli limitazioni, come ad esempio nelle scuole dove spesso i bambini vengono emarginati e visti con sospetto, e vi sono difficoltà a partecipare a certe attività extrascolastiche (gite o attività sportive). Altro esempio è la patente: ci sono casi di pazienti che pur non avendo più crisi da oltre 10 anni devono comunque ripetere l’esame della patente ogni due anni, così come previsto dalle norme oggi in vigore.
Perché, nonostante la moltiplicazione
delle fonti di informazione e la realizzazione di campagne mirate, risulta
difficile superare conoscenze superficiali o non corrette della malattia?
Per sconfiggere la malattia è fondamentale abbattere il pregiudizio, radicato da millenni nella cultura popolare. L’epilessia è una delle malattie di più antica conoscenza, che si è portata dietro però nel tempo un bagaglio di pregiudizi che è difficile eradicare: l’epilessia, nell’immaginario collettivo, è una malattia mentale. E poi si è innescato un circolo vizioso perché, proprio in virtù del pregiudizio, l’epilettico tende a nascondere la propria malattia anche se affetto da una forma di epilessia controllata, che è tra l’altro quella più diffusa ma la gente vede i casi più gravi che poi fanno più opinione.
In quale direzione occorre lavorare per
migliorare la conoscenza di questa malattia e modificare gli atteggiamenti del
pubblico? Quali sono le iniziative specifiche promosse dalla LICE per aumentare
la consapevolezza e migliorare la qualità di vita dei pazienti
Bisogna continuare a ricordare che l’epilessia non è
una patologia rara e che la malattia è molto diffusa e sottolineare come la
maggior parte dei pazienti conduce una vita assolutamente normale. La LICE è impegnata da diversi anni
nelle campagne di sensibilizzazione sulla patologia, che culminano poi nella
Giornata nazionale contro l’epilessia che si celebra ogni anno la prima
domenica di maggio. Le campagne informative e di sensibilizzazione sono
articolate in modo capillare su tutto il territorio nazionale, gestite da
sezioni regionali della LICE.
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