Accreditate all’eccellenza le Unità
Operative di Radioterapia del Policlinico Gemelli dall’American College of Radiation Oncology (ACRO), la più
importante società di certificazione della radioterapia oncologica degli Stati
Uniti.
A
giudizio del board statunitense, la Radioterapia del Gemelli “è un eccellente
ben organizzato e produttivo centro di radioterapia oncologica, che non solo
incontra, ma in molti aspetti supera i requisiti standard per l’accreditamento
ACRO”.
“Questi
risultati premiano gli sforzi orientati al continuo miglioramento dei servizi
assistenziali da parte di tutte le componenti mediche e sanitarie che operano
presso le nostre Unità operative”, spiega Numa
Cellini, professore ordinario di Radioterapia all’Università Cattolica -
Policlinico Gemelli di Roma.
Tale
accreditamento di durata triennale (la massima prevista dall’ACRO), valido fino
a ottobre 2011, conferma l’alto livello clinico della radioterapia del Gemelli,
che ha ottenuto per la terza volta consecutiva l’ambito riconoscimento, già conseguito
nel settembre 2002 (quando fu il primo centro in Europa) e nel 2005.
Presso
le Unità di Radioterapia del Policlinico Gemelli ogni anno vengono curati circa
1800 pazienti. Tutti i trattamenti si
avvalgono delle più avanzate tecnologie disponibili, scelte in base alle
esigenze terapeutiche dei singoli pazienti e alle evidenze della ricerca clinica.
Con il moderno imaging è possibile ottenere la
definizione tridimensionale dell’estensione della neoplasia, delle strutture a
rischio per possibile presenza microscopica di malattia e le strutture sane
limitrofe per ciascun paziente; ciò consente di selezionare la tecnica e la
dose della radioterapia più appropriate, con maggior risparmio dei tessuti sani
e degli organi a rischio circostanti.
Trattamenti
di Radioterapia al Policlinico Gemelli
Diverse sono le possibilità di trattamento
impiegate al Gemelli a seconda dell’entità delle patologie tumorali.
Quando i volumi di malattia sono estesi il trattamento è effettuato con Radioterapia
3D-conformazionale o ad intensità modulata (IMRT), in grado di
colpire neoplasie a forma complessa e irregolare poste in prossimità di organi
critici, che potrebbero essere danneggiati se irradiati. “L’uso dell’IMRT -
spiega Cellini - permette
l’avvicinamento della tecnica radiante al tradizionale trattamento chirurgico,
con l’erogazione di dosi più elevate rispetto alle dosi standard al tumore
bersaglio, con conseguente impatto sia sul controllo locale che sulla
sopravvivenza complessiva, assicurando una buona qualità di vita al paziente
conseguente al risparmio dei tessuti sani circostanti”. Quando i volumi del
tumore sono più limitati si ricorre a radioterapia stereotassica sia per
lesioni encefaliche che extraencefaliche, oppure a trattamenti
intraoperatori (Intra Operative
RadioTherapy - IORT), che associano la radioterapia all’intervento
chirurgico.
Una recente innovazione tecnologica consente di
governare la somministrazione della dose radioterapica su lesioni che si
muovono principalmente per la respirazione (a esempio lesioni del polmone o del
fegato) grazie a un acceleratore IGRT (Image Guided RadioTherapy),
in grado di controllare in tempo reale
l’esecuzione del trattamento e di modificare le caratteristiche del fascio in
base a eventuali modificazioni morfologiche del tumore da colpire.
“Questo acceleratore – spiega Vincenzo Valentini, direttore dell’Unità
operativa di Radioterapia 1 del Policlinico Gemelli - è ‘accessoriato’ con una
apparecchiatura radiologica e una tomografia computerizzata (TC), che consente
di evidenziare per ogni somministrazione la posizione del tumore e indirizzare
appropriatamente la sua irradiazione, ottenendo così un'ulteriore riduzione dei
margini del volume trattato, minori complicazioni e una riduzione degli errori”.
Presso le Unità di Radioterapia del Gemelli per
alcune neoplasie si possono utilizzare tecniche speciali, quali: la Brachiterapia
a ‘low dose rate’ (LDR) o a ‘high dose rate’ (HDR) anche con
modalità Pulsed (PDR), quest’ultima impiegata soprattutto per neoplasie
ginecologiche; nel melanoma dell’occhio, la Brachiterapia a contatto
episclerale; nei tumori della tiroide e in alcuni tumori pediatrici, la Brachiterapia
metabolica; in alcuni tipi di leucemia, la ‘Total body irradiation’
(TBI). Queste tecniche speciali, che richiedono obbligatoriamente il ricovero
del paziente in camere schermate, vengono effettuate nell’Unità di Radioterapia
2 del Gemelli, un reparto di degenza appositamente attrezzato con camere
protette e attrezzatura dedicata.
“Nel nostro centro – aggiunge Valentini - è
diffusamente praticata l’associazione di farmaci o ormoni durante la
radioterapia con la finalità di potenziare l’azione della stessa terapia”.
Radioterapia
palliativa per il controllo del dolore
La radioterapia non ha scopi solo curativi, volti
cioè alla guarigione del paziente, ma anche palliativi, per alleviare il dolore
e migliorare la qualità della vita in casi di neoplasie in fase avanzata di
malattia.
“Considerato che i pazienti in progressione di
malattia spesso sono affetti da dolore per particolari infiltrazioni del tumore
– spiega Valentini - nell’ambito del Progetto Ospedale senza Dolore del
Policlinico Gemelli, è stata avanzata la possibilità di ospitare nell’Unità di Radioterapia
1 tali pazienti per ricoveri brevi programmati per il trattamento di questo
sintomo, e concordati con l’Hospice‘Villa Speranza’, domiciliare e residenziale,
dell’Università Cattolica”.
Il
Corso internazionale in “Moderna Radioterapia”
Oltre che per l’assistenza di alto livello, la Radioterapia
della Cattolica si distingue a livello internazionale come luogo di confronto e
di aggiornamento professionale. Ne è un esempio il Corso “Moderna
radioterapia, tecnologie innovative, ricerca della qualità e nuovi ruoli
professionali”, promosso dal Dipartimento di Bioimmagini e scienze
radiologiche del Gemelli e dalla Cattedra di Radioterapia dell’Università Cattolica
di Roma, con il patrocinio dell’Associazione Italiana di Radioterapia
Oncologica (AIRO). Il Corso, giunto alla sua 19o edizione, ha avuto inizio lunedì e si svolgerà al
Policlinico Gemelli fino a venerdì 27 marzo.
Coordinato
dai radioterapisti della Cattolica di Roma e di Campobasso Numa Cellini, Alessio
Morganti e Vincenzo Valentini,
punterà l’attenzione sull’uso appropriato della radioterapia, la ricerca della
qualità e il miglioramento dei risultati clinici in particolare per il
trattamento delle neoplasie dell’addome superiore, del polmone e della cervice
uterina, e sulle nuove figure professionali che stanno entrando con competenze
specifiche nei protocolli di cura.