Solo un italiano su due conosce i rischi per la salute, legati all’eccesso
di peso. Eppure secondo il 74% dei medici di famiglia della Fimmg (Federazione
italiana medici di medicina generale) fino al 10% degli assistiti è obeso e
fino al 30% chiaramente in sovrappeso, tanto da dover intervenire con un
programma di riduzione o mantenimento del peso almeno nel 40% dei casi
(30,26%). E’ la fotografia che emerge dal questionario Fimmg, al quale hanno
risposto 793 associati e che rientra nel progetto di più ampio respiro, ‘S.A.F.E.’ (Stile di vita – Alimentazione – Farmaco
– Esercizio Fisico), che prende il via in tutta Italia. La Scuola Nazionale di
Medicina degli Stili di Vita di Fimmg-Metis, forte dell’esperienza del settore Fimmg-Alimentazione,
infatti ha deciso di dotare i medici di famiglia di strumenti utili ad
affrontare la sfida dei chili di troppo (info: old.fimmg.org/alimentazione). “Il primo passo è stato capire, tramite questionario, la situazione
attuale sul tema del sovrappeso e dell’obesità – spiega Walter Marrocco,
Direttore della Scuola Nazionale Fimmg-Metis di Medicina degli Stili di Vita-
quindi, con la collaborazione di Abbott, è stato messo in piedi un team
scientifico di medici di famiglia e Specialisti della materia, per creare un
percorso specifico di gestione del paziente”.
Il progetto
‘S.A.F.E.’ si basa sul riconoscimento dell’obesità come malattia, spesso
associata ad alterazioni croniche dello stato di salute, sulla necessità di
presa in carico del paziente, attraverso un percorso educazionale e di
monitoraggio delle modificazioni delle abitudini alimentari e di attività
fisica e più in generale dello stile di vita, sulla identificazione dei
pazienti che possono beneficiare di un trattamento farmacologico di supporto
per il calo ponderale e il mantenimento del peso perso. Ai medici di famiglia
Fimmg verrà messo a disposizione un Algoritmo diagnostico-terapeutico con
relativo manuale, per affrontare il problema ‘sovrappeso-obesità’ secondo un
corretto approccio medico-scientifico, e una guida per il paziente ‘Perdere
peso con il tuo medico’. Inoltre dovranno seguire uno specifico percorso:
Misurare altezza e peso per stima dell’IMC (Indice Massa Corporea) e la
circonferenza della vita; evidenziare eventuali alterazioni croniche delle
condizioni di salute associate, valutare se il paziente debba perdere peso e se
è motivato, scegliere insieme la strategia terapeutica più appropriata e infine
considerare l’eventualità di un invio in Centro di 2° livello per la gestione
del sovrappeso ed obesità.
L’eccesso di peso è un problema di salute pubblica, che sta assumendo
dimensioni allarmanti a livello mondiale: In Italia i dati Istat, pubblicati
nel 2007, evidenziano che più di un terzo della popolazione (34,2%) è in
sovrappeso e il 9,8% è obeso. “Affrontare
l’obesità – prosegue Marrocco – significa offrire ai nostri pazienti, ovvero a
gran parte della popolazione, le armi per difendersi dai rischi per la salute
che derivano dai chili di troppo e dall’adozione di uno stile di vita non sano.
Il primo passo è suddividere l’alimentazione in tre con pasti durante la
giornata, con qualche leggero spuntino, individuando insieme al medico il
contenuto calorico e la ripartizione dei principi nutritivi più opportuni nella
dieta giornaliera”. L’obesità può essere causa dell’insorgenza del diabete,
delle patologie cardiovascolari (infarto, ictus, malattie del cuore), delle
malattie del fegato o colecisti, di alcune forme di cancro e delle complicanze
osteoarticolari. Dal questionario emerge che l’85% dei medici di famiglia
affronta il tema con un approccio integrato, che si basa essenzialmente sulla
dieta sul consiglio di una maggiore attività fisica, solamente il 13% ricorre
anche ai farmaci. In questo modo, per un medico su due, si ha un iniziale calo
ponderale già dopo 3 mesi, anche se poi la difficoltà maggiore è mantenere i
risultati raggiunti (67% delle risposte). E se è relativamente facile far
seguire un corretto regime alimentare, almeno in un primo periodo, il vero scoglio
è far iniziare un’attività fisica: per il 64% dei medici Fimmg è possibile in
meno del 20% dei pazienti. L’interesse nel seguire il paziente comunque resta
alto tanto che, nel caso di prescrizione di una terapia farmacologica, solo un camice
bianco su quattro invia il paziente obeso dallo specialista.