Farmaci, una rivoluzione nella ricetta. Cambia la strategia della terapia. Il paziente si cura meglio, il
Servizio Sanitario Nazionale soffre di meno. Una rivoluzione, solo per le malattie cardiovascolari,
da 3,300 miliardi di euro l’anno che non escono dalle casse dello Stato. Ma il modello - condiviso
dai medici di famiglia e dalle Asl - è estensibile a tutte le patologie. “Il progetto dei medici di
famiglia – dice Giacomo Milillo, Segretario Generale della Federazione Italiana Medici di
Medicina Generale (FIMMG) – non è una delle tante idee
su un foglio bianco, ma si sta già concretizzando con quattro corsi nazionali a Roma fra medici di
famiglia e dirigenti del settore farmaceutico delle Asl per un percorso condiviso. Questa volta ai
medici di famiglia e ai dirigenti del SSN si aggiungeranno gli specialisti, cento corsi in 88 Asl in
tutte le Regioni. La filosofia è la concreta appropriatezza terapeutica. In uno slogan: il farmaco
giusto al paziente giusto nel tempo giusto, senza condizionamenti, tenendo, ovviamente, conto del
contesto economico. Andrebbero a goal il paziente, curato meglio, e il SSN con il “rosso” meno
profondo”.
“ Il medico di famiglia - aggiunge Milillo - molto spesso non è messo nelle condizioni di fare una
valutazione globale. Non può verificare compiutamente la qualità e la quantità del proprio operato
nei confronti della salute perché non può seguire costantemente il percorso della terapia che ha
prescritto. E così non si tiene conto, quantificandolo del contributo alla prevenzione e alla
conservazione della salute. Il ruolo del medico di famiglia troppo frequentemente è limitato al
momento della prescrizione. E questo perché il costo-beneficio del farmaco non viene fatto sulla
base di una visione globale e di efficacia sul campo ma sulla spesa, in base ad un tetto prestabilito
che, ovviamente, non tiene conto degli effetti, che possono anche essere negativi oltre che quelli
auspicabili positivi. Il farmaco e l’autonomia nel prescriverlo non vanno valutati solo in termini di
costi come adesso avviene, ma di quello che producono sul benessere dei cittadini, sulla riduzione
dei ricoveri e anche dei decessi. Se il farmaco viene frenato e fatto usare con dei lacci non produce
certamente salute. Risparmiare oggi cento euro, è la convinzione della FIMMG, potrebbe
significare spenderne molti di più domani. Lo stanno evidenziando i medici di famiglia e le Asl, in
un percorso condiviso, nei corsi nazionali attualmente in atto e domani in quelli locali”.