Un intervento all’avanguardia nel campo della neurochirurgia
pediatrica è stato eseguito da un’equipe multidisciplinare guidata dal
professor Armando Cama, direttore dell’Unità operativa di Neurochirurgia
dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova, per salvare un bambino di 13
anni, al quale era stato recentemente diagnosticato un angioma cerebrale
gigante.
L’angioma cerebrale è una malformazione artero venosa congenita, detta MAV,
costituita da un intreccio di arterie e vene patologiche, che comunicano
tra loro in maniera anomala, formando una specie di “spugna” che causa
diversi danni funzionali, in base alla dimensione e alla sua posizione
nelle diverse aree del cervello, e può sanguinare improvvisamente portando
il paziente che ne è affetto al coma o alla morte.
La patologia può rimanere asintomatica per anni e molto spesso non viene
diagnosticata, è difficile stimare la sua incidenza nei bambini: in età
pediatrica ha un’incidenza del 5%, tra tutti i bambini che arrivano in
ospedale con emorragia cerebrale, la metà dei casi è causata da angiomi,
mentre più del 50 % dei bambini che sviluppano un’emorragia avrà forti
disabilità neurocognitive e motorie, nel 10% dei casi seguirà il decesso.
La mortalità post operatoria è del 2-3 %.
Il bambino operato recentemente presso il Gaslini di Genova, abita e
Sorrento con i genitori, e in passato non aveva mai avuto sintomi della sua
patologia, finchè nella scorsa primavera all’improvviso è stato colto da un
malore, con forte mal di testa e vomito.
“La TAC ha evidenziato la presenza di un angioma gigante superiore ai 5 cm
- spiega Andrea Rossi, direttore dell’Unità Operativa Neuroradiologia del
Gaslini - e a peggiorare le cose, la posizione della malformazione era tale
da compromettere l’uso del linguaggio e della comprensione del piccolo,
poiché si trovava alla confluenza tra i lobi occipitale, parietale e
temporale sinistro: l’emisfero dominante nel destrimano”.