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Guidare con un forte raffreddore o l'influenza ha lo stesso rischio di incidente di chi beve 2 whisky e si mette al volante. La soglia di attenzione scende infatti dell'11% . Per chi ha mal di testa o forte stress scende 'solo' del 4%. Lo afferma una indagine per la Lloydd TSB Insurance su 102 guidatori.
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Le procedure endovascolari sono sempre più di frequente impiegate nel trattamento della malattia aneurismatica, in particolare nell’aneurisma dell’aorta toracica e addominale.
Il nostro paese ha attualmente il record europeo per il numero di procedure che vengono effettuate per via femorale: circa 3.500 e più procedure all’anno, in alternativa agli interventi di chirurgia open, ovvero la chirurgia tradizionale, che prevede l’apertura del torace o dell’addome.
I motivi principali di questo successo sono da ricercarsi innanzitutto nell’altissimo livello di specializzazione dei chirurghi vascolari che hanno capito per tempo i vantaggi che il paziente ottiene sottoponendosi a queste procedure e nell’evoluzione dei materiali e delle tecnologie ammesse che contribuiscono a renderle sempre più sicure ed efficaci.
“L’ endoprotesi, viene spinta da un catetere, nel circolo delle arterie di calibro maggiore, per correggere prevalentemente aneurismi dell’aorta toracica o addominale.- afferma il professor Domenico Tealdi, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare E. Malan dell’IRCCS Policlinico San Donato, che porta il nome del suo maestro e padre della chirurgia vascolare italiana.
“ Il vantaggio principale per il paziente è indubbiamente legato all’utilizzo di una metodica mini invasiva e che da buoni risultati. I pazienti candidati a questa procedura sono anziani e soggetti con condizioni fisiche generali scadenti che renderebbero l’intervento open più rischioso”.
“Il futuro – continua il professor Tealdi - riserverà sempre più spazio a queste metodiche, le tecnologie progrediscono con velocità e gli specialisti devono essere preparati e costantemente aggiornati, così come il personale infermieristico, ed è per questo che il Centro Malan organizza corsi di aggiornamento per medici e infermieri.
La tecnologia ha però anche costi elevati ed è per questo che nel corso del nostro congresso, affronteremo anche il tema della sostenibilità di tali costi da parte del nostro Servizio Sanitario Nazionale, uno dei migliori al mondo, in un dibattito a cui prenderanno parte le istituzioni regionali e gli esperti del settore. Oltre ai temi della sostenibilità parleremo anche della sfida europea che attende il nostro Servizio Sanitario Nazionale”.
L’IRCCS Policlinico San Donato fondato nel 1976 è un grande ospedale di ricerca e insegnamento, sede del Dipartimento cardiovascolare Edmondo Malan, che si pone tra i primi posti in Europa per volume di attività in campo cardiovascolare ed efficacia delle prestazioni nelle malattie del cuore e dei vasi.
E’ sede del Triennio clinico del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano e di numerose Scuole di Specializzazione.
E’ il primo ospedale ad alta specializzazione interamente certificato ISO 9002 in
E’ un’istituzione ospedaliera fortemente attiva anche nella cooperazione internazionale, ha infatti organizzato oltre 170 missioni nei paesi più disagiati con scopo didattico, clinico e umanitario.
E’ anche sede di formazione permanente per specialisti provenienti da diversi Paesi, con l’assegnazione, con fondi propri, dal 1992 ad oggi di 180 borse di studio.
Il Policlinico San Donato eroga prestazioni in tutte le principali specialità medico-chirurgiche e dispone di un Pronto Soccorso DEA integrato nella rete del 118 per l’ urgenza ed emergenza dell’area metropolitana milanese.
Il Policlinico San Donato è stato riconosciuto dal Ministero della Salute “Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico” (IRCCS) per la ricerca e la cura delle “Malattie del cuore e dei grandi vasi nell’adulto e nel bambino” in considerazione dell’eccellenza dell’attività clinica, didattica e scientifica.
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Tag: assoluzione, glaxo, gsk, imputati, tribunale verona
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Aver subito traumi da bambini provoca una diminuzione dei livelli di cortisolo, l'ormone dello stress , che in eta' adulta aumenta la probabilita' di soffrire della sindrome da fatica cronica (Cfs). A parlarne e' uno studio, guidato da Christine Heim della Emory University di Atlanta, Stati Uniti, secondo il quale il dosaggio del cortisolo potrebbe essere utilizzato per prevedere il rischio di sviluppare la malattia. La ricerca e' stata pubblicata sulla rivista Archives of General Psychiatry. Gli psichiatri americani hanno preso in considerazione 113 pazienti affetti da Cfs e 124 soggetti sani. A entrambi i gruppi e' stato somministrato un test con domande su eventuali abusi o traumi avuti da bambini alla fine del quale veniva prelevato un campione di saliva per il dosaggio del cortisolo. Gli individui che soffrivano di Cfs ed avevano subito traumi infantili avevano bassi livelli dell'ormone. Secondo gli autori, certe esperienze, vissute quando il cervello e' in via di sviluppo, possono apportare differenze al modo in cui il corpo reagira' allo stress in eta' adulta.
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Per il 93% dei top manager italiani l'industria della salute è a un cambio di stagione nella capacità e nelle modalità di dialogo con gli altri attori del sistema-salute. Un salto di qualità nella comunicazione che è determinato dalla territorializzazione del Ssn (per il 63%), dalla crescita del ruolo dell'opinione pubblica (57%) e dall'impatto dei nuovi media, su cui l'industria investirà sempre più in futuro (46%). È quanto emerge dalla ricerca "L'evoluzione della comunicazione healthcare in Italia", realizzata da Astra Ricerche per Ketchum su un campione rappresentativo di top manager fra giugno e settembre 2008 e presentata oggi in un workshop alla Camera dei Deputati, a cui hanno preso parte il presidente della Commissione Affari Sociali Giuseppe Palumbo e i sottosegretari alla Salute Ferruccio Fazio e Francesca Martini. Sono intervenuti fra gli altri il presidente di Farmindustria Sergio Dompé, il presidente di Assobiomedica Angelo Fracassi e il direttore del Dipartimento Innovazione del Ministero Welfare e Salute Giovanni Zotta.
"Quando penso al futuro del nostro SSN - ha dichiarato l'on. Giuseppe Palumbo - noto che la società civile chiede alla politica di fare un passo indietro e di riportare il medico al centro del sistema. Proprio su questo tema è in discussione alla Commissione Affari sociali della Camera un disegno di legge in materia di governo delle attività cliniche, che contiamo di approvare a breve. Il nostro sistema sanitario ha bisogno di conferire il governo clinico al collegio di direzione dell'azienda sanitaria o ospedaliera per riportare la decisione in capo ai medici, correggendo un approccio economicistico derivante dall'eccessivo spazio concesso al potere amministrativo".
"Il rinnovamento del SSN - ha continuato Palumbo - deve passare anche attraverso una più stretta collaborazione fra pubblico e privato per quanto riguarda la ricerca e l'innovazione. In passato troppo spesso le attività di R&S delle aziende e delle Università si sono svolte in maniera separata. Un contributo al superamento della crisi economica può venire proprio da nuove forme di cooperazione fra industria e università, una collaborazione che deve essere trasparente e libera."
"I risultati della ricerca - sottolinea Andrea Cornelli, presidente e CEO Ketchum Italia - testimoniano il salto di qualità della comunicazione anche nel settore della Salute. Un ruolo chiave è giocato dalle nuove tecnologie e dai new media che consentono alle persone di essere attive, interconnesse e protagoniste. Per questo la gestione della comunicazione e dell'interazione con i diversi interlocutori è diventata cruciale per ogni tipo di organizzazione. Nessun modello di comunicazione può prescindere dalla necessità di raggiungere trasversalmente e in maniera integrata tutti gli interlocutori".
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Diabete sempre sotto controllo con il computer. E’ il Sistema CareLink, che viene presentato in occasione del Congresso Nazionale ‘Diabete e Tecnologia’, che si apre domani a Ravenna fino al 31 gennaio, organizzato dal Gruppo di Studio AMD-SID (Associazione Medici Diabetologi e Società Italiana di Diabetologia). Si tratta di una piattaforma software interattiva, realizzata da Medtronic, che permette al medico di monitorare a distanza sul proprio computer lo stato di salute della persona con diabete. Ciò è possibile grazie alla capacità del microinfusore di insulina e del glucometro di condividere in tempo reale i dati della persona, con un evidente riflesso positivo sulla terapia e sulla qualità di vita.
Il Sistema CareLink è già disponibile in circa trenta centri italiani e già oltre 80 persone stanno utilizzando il sistema online.
In tutto il mondo l'incidenza del diabete 1 aumenta del 3% l'anno. In Italia i pazienti tra il tipo 1 e 2 sono circa tre milioni ma molti non ne sono al corrente. E le stime parlano di un impennata di casa nei prossimi quindici anni, legata a cattive abitudini di vita fin da bambini.
“La persona con diabete – spiega il dottor Paolo Di Bartolo, Direttore della Unità Operativa di Diabetologia dell’AUSL Provincia di Ravenna – ha un ruolo fondamentale nella gestione della propria terapia e i controlli che vengono effettuati a distanza di quattro-sei mesi l’uno dall’altro spesso non sono sufficienti a valutare se l’insulina viene assunta in modo corretto. Un’inadeguata gestione della terapia insulinica porta a un insufficiente controllo della glicemia, che se protratto nel tempo, può determinare la comparsa delle complicanze del diabete. E’ quindi importante comunicare frequentemente con la persona diabetica, per correggere tempestivamente eventuali deragliamenti della glicemia. Con CareLink i dati sull’andamento della terapia sono disponibili in qualunque momento per il team diabetologico, che può così decidere se intervenire con suggerimenti e tempestivi accorgimenti”.
Il Sistema CareLink utilizza un piccolo dispositivo di connessione, che permette di trasferire direttamente sul computer i dati scaricati dai vari dispositivi per la gestione del diabete (glucometro, microinfusore, sistema integrato per l’infusione di insulina e monitoraggio continuo della glicemia). È sufficiente accedere al sito web dedicato e cliccare, dopo aver creato il proprio account, sul pulsante ‘trasferisci’, per inviare tutti i dati a un server protetto negli Stati Uniti, al quale può accedere anche il medico, al fine di visionare, analizzare e interpretare i dati.
Il sistema on line ‘CareLink Personal’, riservato alla persona con diabete, organizza i dati in report sotto forma di diagrammi, tabelle e grafici, che risultano decisamente più significativi di quelli basati su informazioni raccolte in modo episodico e di quelle su supporto cartaceo. Nei report, infatti, sono evidenziati con colori diversi gli episodi ricorrenti di ipo e iperglicemia, permettendo così di avere una visione più chiara e un’analisi dettagliata delle proprie abitudini di vita e della propria terapia. Allo stesso modo, il software ‘CareLink Pro’, fornito al medico, effettua un’analisi approfondita dei dati e, individuando trend specifici, consente di riconoscere le aree problematiche e di definire di conseguenza gli adeguamenti della terapia con una precisione altrimenti impossibile.
Con il report ‘Aderenza Terapeutica’, infine, il medico ha a disposizione informazioni importanti sulle modalità di autogestione del paziente.
“La visualizzazione degli andamenti glicemici – prosegue il dottor Giorgio Grassi del U.O di Diabetologia dell’Ospedale San Giovanni Le Molinette di Torino - da una parte consente al medico di intervenire tempestivamente con correzioni della terapia per migliorare la terapia stessa e la qualità di vita della persona con diabete. Dall’altra, si incoraggia ad attuare cambiamenti nello stile di vita, nel regime alimentare e nell’erogazione di insulina che influiscono sul controllo glicemico. L’accurata gestione dei livelli glicemici è fondamentale e indispensabile per migliorare la qualità di vita”.
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