La chirurgia salva la vita agli obesi. E’ il risultato che emerge dai dati dell’anagrafe della Regione Liguria, validi per tutto il Paese, oltre che da studi scientifici internazionali: la possibilità di rimanere in vita negli anni aumenta di nove volte o dieci volte per chi si sottopone ad un intervento rispetto a chi preferisce evitarlo.
I dati dell’anagrafe dimostrano il ruolo salvavita della chirurgia anti-obesità
“Sulla base dei dati dell’Anagrafe della Regione Liguria - degli ultimi 30 anni - relativi a 347 persone obese (di cui 52 diabetiche) che abbiamo operato e ad altri 385 pazienti (di cui 54 diabetici) che abbiamo visitato ma che per loro scelta non sono stati operati, emerge che, a 20 anni di distanza dall’intervento e dalle visite, il 40% delle persone sottoposte ad intervento sono ancora in vita, contro solo il 5% dei cittadini non operati. Ciò significa che la sopravvivenza aumenta dell’88% nei soggetti operati. Sono stime e proiezioni ma in ogni caso si tratta di dati straordinari che dimostrano il ruolo salvavita della chirurgia dell’obesità. Soprattutto se riferiti alla riduzione della mortalità in pazienti ad alto rischio, come gli obesi diabetici”. È l’annuncio del professor Nicola Scopinaro, Presidente Onorario SICOB, Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche, Ordinario di Chirurgia Generale all’Università di Genova. “Questo dato crediamo possa essere esteso a tutto il Paese, cioè rapportato almeno ai 500.000 gravi obesi italiani che dovrebbero essere operati con urgenza” - aggiunge il dottor Cristiano Giardiello, Presidente del Congresso Nazionale SICOB 2008 e Responsabile del Dipartimento di Chirurgia Generale dell’Ospedale S. Maria della Pietà di Casoria (Na) - “quindi possiamo dire che la chirurgia anti-obesità permetterebbe di salvare la vita a 175.000 italiani. Se, infatti, venissero operati tutti i pazienti affetti da grave obesità, ne potrebbero sopravvivere, a 20 anni, 200.000 (il 40%) mentre se nessuno venisse sottoposto a chirurgia solo 25.000 (5%) sarebbero in vita.
New England Journal of Medicine 2007: diabetici obesi operati sopravvivono 10 volte di più
Diversi lavori scientifici internazionali confermano i dati della Regione Liguria relativi agli interventi eseguiti presso l’Ospedale San Martino di Genova (che complessivamente sono circa 3.500 in 30 anni, di cui 347 su pazienti residenti in Liguria). Tra questi lo studio retrospettivo realizzato nello Utah tra il 1984 e il 2002, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine a fine 2007, ha confrontato 7925 pazienti sottoposti a bypass gastrico con altrettanti gravi obesi non operati, evidenziando a distanza di 7 anni una riduzione del 40% della mortalità complessiva nel gruppo chirurgico rispetto al gruppo di pazienti non operati. “Confrontando le cause di morte dei cittadini obesi operati e non, provocate dalle gravi patologie collegate all’obesità stessa” – aggiunge il professor Scopinaro – “i dati di questo studio indicano che la mortalità relativa alle patologie cardiovascolari si riduce del 56%, quella per tumore del 64% ma soprattutto del 91% quella per diabete, cioè inferiore di 10 volte”.