Tornare ad esser orgogliosi dei propri capelli a San Valentino, così da sfoggiare una nuova chioma in estate, come Johnny Depp, star de ‘I Pirati nei Caraibi’, o Russel Crowe in ‘American Gangster’? La tendenza quest’anno è regalare al proprio amato la ritrovata autostima e il piacere di pettinarsi al mattino, senza più vergognarsi per i capelli caduti troppo precocemente. Lo conferma Vincenzo Gambino, membro dell’Internationai Society of Hair Restoration Surgery (ISHRS): “E’ una cosa nuova davvero. I ragazzi si rivolgono allo specialista su iniziativa della propria fidanzata o della moglie, che regala loro, per San Valentino, la possibilità di camminare di nuovo ‘a testa’ alta tra gli amici. La caduta dei capelli infatti ha profonde ripercussioni psicologiche in molti uomini, soprattutto in giovane età, e così l’attenzione e la sensibilità femminile rispondono con un regalo diverso ma sicuramente molto apprezzato”.
Da tempo, grazie a studi scientifici appropriati, si è scoperta la vera causa del problema, che risiede nel patrimonio genetico dell'individuo calvo. Nella stragrande maggioranza dei casi, dunque, non si tratta di malattie, ma solo di un problema ereditario, che quindi non può essere risolto se non con interventi che sostituiscono la chioma originaria, geneticamente destinata a diradarsi. Uno dei rimedi più soddisfacenti è l’autotrapianto di capelli, ovvero il trapianto di bulbi prelevati allo stesso paziente da zone più folte come nuca e tempie. Per una migliore garanzia del risultato e la sicurezza dei pazienti, è importante che l’intervento non avvenga in strutture ‘improvvisate’ ma sia eseguito in centri ‘ad hoc’ con lo specialista coadiuvato da una èquipe appositamente formata.
“La tecnica più avanzata è conosciuta come ‘autototrapianto ad alta densità – prosegue Gambino – caratterizzata da un protocollo medico preciso, che prevede trapianto di bulbi singoli nella zona anteriore, anestesia locale, orientamento dei capelli nella direzione naturale, esecuzione in sala operatoria. In particolare, in base alla grandezza dei bulbi piliferi, lo specialista prepara al momento gli aghi da 0,8 a un millimetro – sottolinea l’esperto – C’è anche la garanzia totale dei risultati: il chirurgo si impegna a eseguire un nuovo intervento correttivo gratuito, se i capelli non dovessero ricrescere, dopo l’intervento. Inoltre con la laser terapia a bassa potenza ‘Llla’, si possono stimolare i follicoli piliferi in sofferenza sia nella calvizie androgenetica non troppo avanzata, sia successivamente all’autotrapianto di capelli, per accelerare ‘l’attecchimento’ dei bulbi prelevati dalla nuca e trasferiti sulle aree alopeciche”.
In anestesia locale, grazie a speciali aghi, le unità follicolari così ottenute vengono trapiantate nelle zone calve. Ognuna di queste unità darà luogo a un solo capello, quindi vanno sistemate con grande cura: alla giusta distanza tra loro e soprattutto con la corretta inclinazione, dato che i capelli hanno sempre un ‘verso’. Normalmente il trapianto viene effettuato in una sola seduta, che dura 4 o 5 ore. I primi risultati iniziano ad aversi dopo due mesi e si tratta di un intervento definitivo: i capelli trapiantati non cadono più. Questo perché solo i capelli della parte centrale del capo sono programmati per essere vittime della calvizie; non quelli laterali e della nuca. Quindi, spostando questi ultimi al centro della testa, si ottiene una capigliatura che resterà per sempre al suo posto.