Aumenta in Italia l’uso della pillola, l’ anticoncezionale “amico” della donna che si è dimostrato efficace anche nella prevenzione del tumore dell’ovaio. La notizia arriva da uno studio dell’Università di Oxford, pubblicato su Lancet di questa settimana. “È la conferma che attendevamo – commenta il prof. Giorgio Vittori, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia - I dati ribadiscono il grandissimo interesse scientifico dell’effetto protettivo degli estroprogestinici sull’insorgenza del tumore dell’ovaio. In Italia l’uso degli estroprogestinici è in aumento, anche se il nostro Paese rimane ancora il fanalino di coda dell’Europa: attualmente solo il 17% delle donne li utilizza. I motivi di questa riluttanza sono senza dubbio culturali e scontano preconcetti e luoghi comuni, ancora molto diffusi”. Pregiudizi che la SIGO è da tempo impegnata a combattere, in particolare con la Campagna “Scegli Tu” per favorire l’accesso ad una contraccezione sicura. “I risultati della ricerca inglese“scagionano” definitivamente la pillola, spesso ingiustamente ritenuta pericolosa e “colpevole” di causare tumori al seno e all'utero – commenta il prof. Emilio Arisi, consigliere nazionale SIGO e responsabile del progetto Scegli Tu – L’azione di prevenzione è stata dimostrata nonostante l’alto contenuto di ormoni di alcune delle pillole esaminate nella ricerca: quelle degli anni '60 e '70 presentavano infatti un contenuto ormonale doppio rispetto alle attuali. Ma anche le nuove pillole, con effetti collaterali molto più ridotti, mantengono immutata la proprietà preventiva rispetto al tumore dell’ovaio”. L’utilizzo di questo contraccettivo potrebbe quindi prevenire, secondo le stime dei ricercatori, oltre trentamila casi di tumore ovarico all’anno nel mondo. Lo studio condotto dalla dr.sa Valerie Beral dell'Università di Oxford e pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica dimostra l’efficacia protettiva della pillola rispetto al cancro dell’ovaio: dalla sua introduzione si stima abbia evitato 200.000 casi di questo tipo di cancro e 100.000 morti nel mondo. La ricerca ha preso in esame 45 studi condotti in 21 paesi. Sono state esaminate 23.000 donne malate di cancro all’ovaio e 87.000 sane. Lo studio ha illustrato in particolare come, dopo 10 anni di assunzione, il rischio di tumore prima dei 75 anni si riduca di un terzo, ed il rischio di morte del 30%. E l’azione preventiva continua per oltre trent’anni da quando si interrompe l’assunzione.