Fare il ‘backup del cuore’, inviando in modalità wireless i dati del pacemaker di ultima generazione, con la linea telefonica da casa al computer dell’ospedale. E’ la nuova frontiera del controllo diagnostico e terapeutico a domicilio di pazienti con impianto di defibrillatore automatico (ICD), che parte da oggi in Italia all’Ospedale ‘Maggiore’ di Crema e che negli USA è già usato da più di 150mila pazienti. L’annuncio è arrivato stamattina durante la presentazione del progetto di ‘Home Monitoring’, presso l’Unità Operativa di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera “Ospedale Maggiore di Crema”, diretta dal dottor Giuseppe Inama, in collaborazione con l’ASL di Cremona. Dopo la fase di sperimentazione in diversi ospedali della penisola, prende il via questo innovativo progetto, che interesserà inizialmente 150 pazienti del territorio di Cremona fino a sud di Milano ma che, in teoria, “è aperto a tutti, poiché è sufficiente avere una linea telefonica ad alta velocità e comunicare con l’ospedale da qualunque località – sottolinea il dottor Giuseppe Inama – si tratta ovviamente di persone portatrici di defibrillatore dopo un arresto cardiaco o con una cardiopatia ad alto rischio, che necessitano di controlli e di un canale diretto con il medico”. Grazie al sistema ‘CareLink Network’, ideato da Medtronic e dotato di un’esclusiva telemetria wireless, i dati del defibrillatore corrispondono esattamente a quelli disponibili dopo una visita specialistica. In questo caso però sono subito accessibili sul ‘CareLink Web site’, per la visualizzazione da parte del cardiologo, il quale viene avvisato tramite una email o un sms sul cellulare. Il paziente così può fare il ‘backup del cuore’ con il proprio ‘Care Link Monitor’ per episodi sintomatici, eventi post-shock, richieste del medico curante o particolari allarmi, segnalati dallo stesso dispositivo impiantato come avviene in caso di aritmie o sovraccarico di liquidi. Ma anche per il follow up di routine, deciso con il medico a scadenze prefissate. “Il crescente numero di pazienti sottoposti ad impiantato di ‘ICD’ ed il conseguente aumento del numero di controlli periodici che un ambulatorio di elettrofisiologia cardiaca quotidianamente deve supportare, rappresenta un impegno crescente in termini sia di risorse umane sia organizzative – prosegue il dottor Inama – Questa innovativa modalità di controllo “Home care” di pazienti ad alto rischio invece consente di migliorare l’appropriatezza e la qualità del servizio di controllo del dispositivo e del contatto con il paziente, che ha una maggiore ‘compliance’ e soddisfazione nonché l’ottimizzazione della terapia, grazie al continuo monitoraggio. Inoltre si ottimizzano le risorse dedicate al controllo dei malati, si migliora la gestione del tempo e degli accessi ospedalieri, diminuendo anche il numero dei ricoveri solo ai reali casi di urgenza”. Il ‘CareLink Network’ permette anche una maggiore comodità al paziente e tranquillità anche ai familiari, certi di esser sempre connessi con l’ospedale, e consente ai portatori di ‘ICD’ una grande libertà nei viaggi, potendo trasmettere i dati per via telematica in qualsiasi parte d’Italia.