Otto errori medici su dieci sono dovuti a inadeguata o omessa prestazione. E nel 34% i danni provocati sono di tipo neurologico.
È quanto emerge dall’esame di 1286 sentenze della Corte di Cassazione (dal 1995 al 2006) condotto dall’Università di Bari, da cui si evince che la specialità più colpita è l’ostetricia (32%), seguita da ortopedia (9.5%), chirurgia generale (8,5%), anestesia (7,5%) e terapia d’urgenza (6,5%). “L’omessa prestazione – spiega Alessandro Dell’Erba, Professore Associato di Medicina Legale all’Università degli Studi di Bari – trova spesso la propria causa in un atteggiamento ‘difensivo’ da parte del medico, che, per il timore di sbagliare, evita di intervenire. Ma in tal modo commette un errore. Abbiamo svolto quest’analisi come primo tassello del ‘Progetto Clinical Risk Management’ della Puglia, di cui sono coordinatore scientifico. Nella nostra Regione non esiste né un sistema di monitoraggio né una rete regionale per la gestione del rischio clinico: la nostra iniziativa, nell’ambito della quale è auspicabile coagulare tutte le Regioni del Sud, mira ad un sistema organico per la rilevazione dei sinistri e degli eventi sentinella che avvengono nelle unità del Servizio Sanitario Regionale. Si potranno in tal modo evidenziare tempestivamente le criticità ed elaborare le azioni correttive specifiche”. L’obiettivo è quello di incrementare la sicurezza dei pazienti e degli operatori, migliorando la qualità e l’efficienza del Servizio Sanitario Regionale e riducendo i costi assicurativi. E proprio la Puglia ospita, dal 6 al 7 dicembre a Bari, il convegno “Risk management in Sanità: gestione e prevenzione del rischio”, con 500 iscritti, per confrontare le migliori esperienze nazionali con le iniziative locali e per proporre e far conoscere il progetto integrato di gestione del rischio clinico pugliese. Al centro del dibattito anche il ruolo delle Società Scientifiche, dei professionisti e delle Istituzioni, con interventi dei massimi esperti del settore.