Natale, tempo di ammalarsi. E’ questo, infatti, il periodo in cui tanta gente si incontra, ci si riunisce tra parenti, ci si bacia a vicenda per scambiarsi gli auguri e si viaggia magari verso Paesi tropicali o comunque mete più calde dei Paesi europei. Tuttavia, almeno la metà di chi ritorna in Europa o in Nord America fa esperienza di problemi di salute relativi al viaggio e l’8% afferma di aver fatto ricorso al medico mentre si trovava all’estero o non appena ritornato. D’altra parte, le infezioni “incurabili” stanno aumentando in tutto il mondo, a causa della resistenza batterica agli antibiotici, un fenomeno che interessa in particolar modo i pazienti affetti da tubercolosi e i bambini. Ma non siamo salvi neanche nelle nostre case: i batteri sono ovunque, soprattutto sotto il letto, nella cucina e nel bagno. Ne è stata trovata traccia anche sui cellulari, sul “mouse” e sulla tastiera dei nostri computer. Tra miliardi di batteri, oltre 1.500 sono pericolosi per la nostra salute in quanto possono causare diverse malattie, come la polmonite e svariate infezioni della pelle. Proprio su questi argomenti, ovvero sulle patologie infettive e sull’antibiotico resistenza, si sono confrontati gli esperti dell'European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases – ESCMID. “Un terzo di coloro che viaggiano all’estero contraggono qualche patologia correlate appunto al viaggio”, afferma il prof. R. Read, della Sheffield University Medical School (U.K), “la diarrea e le infezioni delle alte vie respiratorie sono le malattie più comunemente contratte dai viaggiatori. E’ stato stimato che, durante un viaggio di due settimane, si perdono in media tre giorni a causa della malattia, quasi il 20% dei turisti torna a casa malato e un altro 10% necessita di cure mediche”, puntualizza il prof. Read. “I turisti fai da te e tutti coloro che non si preoccupano di seguire le raccomandazioni alimentari e di vaccinarsi, quando possibile, prima di partire, incorrono in un più alto rischio di contrarre sintomi gastrointestinali ed Epatite A. Chi decide di andare nei Paesi dell’Oceano Indiano, poi, è bene che sappia di dover stare particolarmente attento alla febbre Chikungunya, mentre sono piuttosto frequenti i casi di malattie sessualmente trasmesse (basti pensare che quasi il 5% degli europei fa sesso con partner sconosciuti). Fattori di rischio aggiuntivi sono rappresentati dalla durata del viaggio e del soggiorno all’estero, dalla giovane età e dal viaggiare in condizioni”.