Anche i chirurghi italiani, in sintonia con le dichiarazioni del ministro della Salute Livia Turco, chiedono controlli per evitare il ripetersi di casi come Castellaneta.
E sul prezzo dei dispositivi ripetono: il costo non sia unico parametro di scelta.
“Auspichiamo, in accordo con il Ministro della Salute Livia Turco, che vengano effettuati dei controlli sui dispositivi medici negli ospedali italiani, per evitare si ripetano tragedie come quella di Castellaneta. Molti ospedali italiani, soprattutto nel Centro-Sud, hanno strutture obsolete, sono vecchi e privi di qualsiasi controllo di sicurezza sui dispositivi”.
È la dichiarazione del Presidente della Società Italiana di Chirurgia (SIC) Roberto Tersigni, Direttore U.O.C. di Chirurgia Generale Flaiani-Ospedale San Camillo di Roma a commento degli impegni assunti dal ministro della Salute Livia Turco e resi noti durante la due giorni di lavori della Conferenza nazionale sui dispositivi medici che si è tenuta a Roma.
“Auspichiamo che una verifica costante dei dispositivi sia diffusa su tutto il territorio nazionale – ha aggiunto Tersigni – perché ancora questi controlli sono labili e si verificano solo a macchia di leopardo”.
D’accordo con gli impegni dichiarati dal Ministro Turco, prosegue Tersigli, “auspichiamo si apra un largo, sereno confronto sia con le imprese del settore sia con le professioni sanitarie sull'impiego appropriato di dispositivi e tecnologie”.
“Va bene anche l’idea di assumere un prezzo di riferimento per garantire l'appropriatezza degli acquisti anche per i dispositivi medici, analogamente a quanto già previsto per i farmaci – ha concluso Tersigli – purché questo non diventi l’unico parametro di scelta degli stessi ma si tenga sempre in grande conto la loro qualità”.