Le nuove frontiere della traumatologia saranno domani, sabato 5 maggio, al centro di un seminario di studi che si terrà al San Raffaele Giglio di Cefalù, per l’intera giornata, con inizio alle ore 9. L’evento è patrocinato dalla Fondazione mondiale AO (Associazione Osteosintesi) con sede a Davos, in Svizzera e dall’Italiana Charter Alumni Ao, associazione di cui fanno parte 3.500 medici, presieduta dal direttore dell’unità operativa di traumatologia dell’ospedale di Cefalù, Antonio Pace. Relatori del seminario saranno 30 professionisti provenienti da diversi ospedali siciliani, liguri e lombardi. “In particolare sarà approfondito – spiega Antonio Pace, direttore del seminario - il trattamento delle fratture articolari degli arti inferiori: anca, ginocchio e caviglia”. Sul futuro della traumatologia interverrà il prof. Pietro Ragazzoni dell’Università di Basilea in Svizzera. “Si va verso l’ampliamento formativo dell’ortopedico - anticipa Ragazzoni - che non si potrà più solo occupare di chirurgia ossea, nel senso restrittivo del termine, ma dovrà entrare sempre più nel campo medico con competenze ad esempio su patologie come l’osteoporosi”. “Le nuove frontiere della traumatologia – aggiunge il prof. Pace – vanno verso tecniche interventistiche mini invasive, come già avviene in molti altri campi medici, e verso l’utilizzo di tecnologie avanzate di immaging che consentono di ampliare il campo visivo operatorio senza praticare importanti aperture sul paziente”. Tra gli interventi previsti durante i lavori anche quello di Thomas Ruedi, già presidente della Fondazione Ao. L’incontro di domani sarà anche l’occasione per presentare il nuovo reparto di traumatologia del San Raffaele Giglio di Cefalù. Dispone di 12 posti letto e di uno staff di 4 medici in fase di ampliamento. A dirigere l’unità è Antonio Pace, 56 anni, di origine siciliana. Arriva dall’istituto ortopedico Galeazzi di Milano con un’esperienza formativa trentennale nelle principali scuole europee e soprattutto nella traumatologia della Fondazione AO. E’ docente della scuola di specializzazione di ortopedica e traumatologica II di Milano. “L’unità – sottolinea il responsabile - è in grado intervenire nella traumatologia degli arti è nella cura dei postumi delle fratture, causa di molti viaggi verso le regioni del nord Italia”. Nello specifico tra i postumi delle fratture rientrano quelle che hanno una cattiva consolidazione o che non guariscono, le deviazioni degli arti e gli esiti di infezioni ossea.