Previdenza e assistenza pesano su ogni lavoratore per 1.112 euro al mese: una cifra significativa che abbatte il reddito netto, ma che, nei prossimi anni, è destinata ad essere insufficiente per coprire il fabbisogno delle due maggiori voci di spesa del bilancio statale. Federanziani , l’associazione che riunisce quanti operano nel campo della terza età, ha passato sotto la lente d’ingrandimento la dinamica della spesa per la sanità e per le pensioni, giungendo a risultati allarmanti. Alla base di tutto c’è l’invecchiamento progressivo e costante della popolazione italiana, che nell’arco di 15 anni subirà una accelerazione continua. Nel 2020, infatti, ci saranno da “mantenere” circa 4 mln di pensionati in più: un trend che potrebbe mandare in tilt il welfare di base del nostro Paese. In caso di assetto costante della popolazione (circa 59 mln), gli over 65enni passeranno dall’attuale 19,8% al 23,6% del 2020, mentre gli ultraottantenni saranno il 7,6% della popolazione (5,2% nel 2006).
PENSIONI.
Oggi vi sono 72 titolari di pensione per ogni 100 lavoratori, pari ad un rapporto 1,3 lavoratore per pensionato, tra tre lustri, invece, i cittadini in quiescenza saranno di più di quelli in attività. L’importo totale dei redditi da pensione è pari a 207,9 mld di euro all’anno, distribuito su 16.561.600 soggetti titolari (le pensioni di vecchiaia sono 10.753.424, quelle di invalidità 2.207.383, quelle ai superstiti 5.569.33, quelle indennitarie 1.069.546, agli invalidi civili 2.057.881 le pensioni sociali 744.235 infine quelle destinate ai beneficiari di pensione di guerra 406.742), mentre l’importo medio lordo mensile degli assegni è di poco superiore ai 1000 euro al mese. La spesa è sostenuta in gran parte dai 22.747.000 occupati, con una incidenza per lavoratore di 761,91 euro/mese (9.142,92 euro all’anno). In maniera del tutto approssimativa si può pensare i 4 mln di pensionati in più del 2020 richiederanno risorse per almeno 4-5 miliardi all’anno (costo attuale), a fronte di una diminuzione dei contribuenti dell’Inps, soprattutto quelli a reddito fisso e costante.
SANITA’
La spesa sanitaria ripartita per classi di età è consumata dalla fascia di età degli over 65 per il 52,1% ; per il 25,2% dalla fascia 35-64 anni e il restante 22,7 dalla fascia 0-34 anni. Per finanziare il Ssn occorreranno per l’anno in corso ben 96,6 miliardi di euro provenienti dai redditi dei lavoratori, sui quali pesano in media, 353 euro al mese per un totale di 4247 all’anno. Considerando che con l’ingresso di 4 mln di nuovi anziani sopra i 65 anni, oggi sarebbero necessari almeno 12 miliardi di euro in più all’anno per garantire cure e assistenza (3800 euro la spesa pro capite da cui va detratta la minore spesa di 800 euro per la corrispondente minore popolazione under 65 anni).
Rilevante fra tutti i dati, gli oltre 4,115 milioni di beneficiari di pensioni che non arriva a 500 euro mese, nella fascia ricompresa tra 500 e 1000 euro sono oltre 5,266 milioni, da 1000 a 1500 euro sono 3,820 milioni da 1500 a 2000 euro sono 1,879 milioni infine le pensioni che superano i 2000 euro sono 1,479 milioni”.
Particolare e l’analisi dei redditi pensionistici per classe di età la fascia ricompresa tra i 40-64 anni percepisce mediamente 13,381 mila euro annui, quella dai 65-79 anni 12,506, oltre gli 80 anni 12,967, mentre fanalino di coda sono le fascie 0-14 con 3.386 annui e 15-39 anni con 4.924 euro.
Per i beneficiari di pensioni sociali colpisce in maniera particolare le 848 persone che percepiscono oltre 2000 euro mese, le 8744 persone che percepiscono una cifra tra 1500 e 2000 euro, mentre la maggior parte, circa 109.000 persone non arrivano a 1000 euro. Infine i beneficiari di pensioni o assegni sociali risiedono prevalentemente nel mezzogiorno assorbendo circa il 50% dell’importo complessivo pari a 5,7 miliardi di euro.