L'Associazione nazionale dentisti italiani -ANDI e l'Associazione nazionale medici veterinari italiani -ANMVI alzano la voce contro il decreto Bersani. I Veterinari esporranno fuori dai loro ambulatori manifesti anti-decreto. E il malcontento per le misure contenute nella manovra d'estate sarà visibile in 6.500 strutture su tutto il territorio nazionale. I veterinari, infatti, accusano il decreto di ''assimilare la sanità animale alle attività economiche'', e di stravolgere, inoltre, ''l'impianto giuridico delle professioni sanitarie.
''Il divieto di fissare tariffe minime - secondo l'associazione - corrisponde all'abrogazione dei minimi di qualità. Le tariffe veterinarie hanno valore deontologico e corrispondono alla somma dei costi vivi delle prestazioni. Il pubblico deve sapere che i minimi in sanità corrispondono a standard minimi di qualità, al di sotto dei quali è lecito dubitare che il paziente, l'animale in questo caso, sia stato oggetto delle più elementari garanzie medico-sanitarie. Altrettanto incoerente con la natura medica delle prestazioni veterinarie - incalza l'Anmvi - è la previsione contenuta nel decreto Bersani di parametrare la tariffa sulla base del risultato''. I veterinari, poi, dicono il loro 'no' ''alla pubblicità selvaggia in sanità, che avvia - sostengono - una corsa al ribasso delle prestazioni e rischia di ingenerare falsi bisogni o una domanda artificiosamente indotta a richiedere prestazioni''. Per l'Anmvi questo decreto ''è un pericoloso incoraggiamento alla malasanità, all'abusivismo professionale e alla concorrenza sleale. Il pubblico deve anche sapere che l'ordine professionale, già oggi, non ha più strumenti per perseguire illeciti deontologici e legali, ovvero per tutelare il paziente-animale e il cittadino''.
Anche l'ANDI aderisce alla mobilitazione indetta per oggi dalla Confprofessioni, la confederazione che raccoglie gli ordini e le associazioni delle professioni italiane.
"La condivisione e la partecipazione di ANDI a tali manifestazione è totale e l'Associazione sarà rappresentata da una Delegazione della quale farà parte il Vice Presidente Nazionale dott. Giampiero Cioni che, si spera, venga affiancata anche dai Dirigenti e Soci disponibili a partecipare -si legge in una nota- Tali iniziative si vanno a sommare alle altre, che ANDI sta praticando a tutti i livelli, non ultimo quello parlamentare e lobbistico, sin dalla data di presentazione del Decreto in oggetto.
Questo atteggiamento peraltro è in totale sinergia con FNOMCeO e Confprofessioni: a tale proposito trasmettiamo in allegato anche il comunicato di Confprofessioni emanato in seguito alla riunione delle Associazioni aderenti richiesta da ANDI, svoltasi lo scorso 14 luglio.
Il Comunicato congiunto ANDI-ANMVI
ANDI e ANMVI
annunciano iniziative di contrasto al Decreto-Bersani, si rivolgono al Ministro della Salute Livia Turco e chiedono: che le professioni medico-sanitarie siano espressamente escluse dall’ambito di applicazione del Decreto sulle liberalizzazioni approvato il 30 giugno dal Consiglio dei Ministri. (Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale- in vigore dal 4 luglio)per questi motivi:
MANCANZA DI COMPETENZA ISTITUZIONALE
Le professioni medico-sanitarie dei dentisti e dei medici veterinari respingono modifiche delle norme, dell’etica e della deontologia professionale da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, un Dicastero che non ha alcuna competenza istituzionale sulle professioni sanitarie e sulle prestazioni rese ai pazienti.
Il Decreto-Bersani denota palese incoerenza con il quadro giuridico-normativo in cui sono inserite le professioni medico-sanitarie.
INCOERENZA CON IL QUADRO GIURIDICO DELLE PROFESSIONI MEDICO-SANITARIE
Il Decreto-Bersani avrà effetti immediati sul Codice Deontologico Medico e Veterinario, prevedendo che le norme debbano essere adeguate entro il 1 gennaio 2007 e che “in caso di mancato adeguamento, a decorrere dalla medesima data sono in ogni caso nulle per violazione di norma imperativa di legge”. Il provvedimento è incoerente con il quadro normativo e regolamentare che disciplina le garanzie di qualità della prestazione sanitaria, la pubblicità in campo medico e gli assetti societari.
Non è accettabile che il Codice Deontologico di Medici e Veterinari venga riscritto da “ norma imperativa di legge”.
IN SANITA’ I TARIFFARI SONO INDICATORI DEI “MINIMI DI QUALITÁ"
L’idea che la tariffa abbia senso per il SSN e non per le prestazioni sanitarie private è priva di logica e di senso di responsabilità: i minimi in sanità corrispondono sempre e solo a parametri di qualità della prestazione. Il discount delle prestazioni sanitarie è un pericolo per i pazienti.
Non è accettabile che una professione medico-sanitaria non abbia un tariffario minimo che garantisca al paziente una prestazione dignitosa. E’ inconciliabile con l’etica professionale medica il concetto di tariffa "negoziabile" così come il concetto di prestazione di risultato.
ONORARIO DEL PAZIENTE
L'introduzione di norme relative al pagamento degli onorari professionali sono penalizzanti per i cittadini-pazienti: l’obbligo di utilizzo di assegni, bonifici o carte di credito penalizza in particolar modo le fasce più deboli della popolazione.
Si tratta di una limitazione del diritto del cittadino di pagare o ricevere onorari secondo la forma scelta, togliendo valore legale al pagamento in contanti.
SENZA CONSULTAZIONE MASSIMA MOBILITAZIONE
Preso atto della mancata consultazione con le categorie professionali interessate del provvedimento, in assenza di un intervento del Ministro della Salute nella direzione qui indicata, ANDI e ANMVI preannunciano la massima mobilitazione, anche in ambito parlamentare, per le modifiche del testo in ambito di conversione in Legge.