''Abbiamo da poco concluso il primo anno di legislatura in cui ci siamo trovati ad affrontare uno scenario a dir poco complesso. Vi cito due fenomeni convergenti e che hanno radici lontane. Primo: il progressivo de-finanziamento del Servizio sanitario nazionale che si è protratto dal 2009 al 2019.
Ricordo che solo tra il 2014 e il 2019 il sistema ha perso 11,5 miliardi di euro in termini di mancata crescita del finanziamento. Il conto del decennio ci mostra un terribile -37 miliardi''. Lo ha affermato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in apertura del proprio intervento all'incontro dal titolo 'La Sanità del futuro. Un bene indivisibile da Nord a Sud', che si svolto ieri a Roma.
''In secondo luogo- ha proseguito l'esponente del governo- il devastante effetto della pandemia da Covid-19, che ha causato la tragica perdita di tante vite umane e ha messo in luce le debolezze del sistema italiano che dobbiamo assolutamente ripensare''.
''Negli ultimi 10 anni- ha ricordato- la parola più frequente associata a Sistema Sanitario Nazionale è stata 'tagli'. Senza timore di smentita posso però affermare che oggi abbiamo messo un punto a questo dimagrimento''. ''Nonostante la grave crisi, e le risorse davvero limitate- ha continuato- con le ultime due finanziarie, quella per il 2023 e quella in esame per il 2024, invece di sottrarre, sosteniamo la salute con 18 miliardi di euro nell'arco del quadriennio 2023-2026. Ci dicono che non basta, anche data l'inflazione in crescita''. ''Mi stupisce davvero- ha poi ammonito Schillaci- il pulpito da cui arrivano queste critiche. Queste critiche arrivano dagli stessi che hanno tagliato 37 miliardi nel decennio pre-Covid, anche in periodi di inflazione alta''.
''Queste critiche- ha concluso- arrivano dagli stessi che hanno preferito la scorciatoia dei gettonisti invece di proteggere e valorizzare chi ha scelto come priorità la professione pubblica''.
