Abbattimento di più del 50% del consumo di cibi commerciali “ultraprocessati”, aumento delle ore dedicate all’attività fisica e riduzione della sedentarietà di oltre il 50%, corretta regolazione dell’igiene del sonno fino al 79% dei casi con conseguente riduzione dell’obesità di oltre il 12%.
Sono alcuni dei risultati del progetto pilota “Scuola-Salute” condotto dal team di ricerca di Roberto Berni Canani, professore ordinario di Pediatria generale e specialista del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università Federico II di Napoli, nell’ambito del Piano Operativo della Salute promosso dal ministero della Salute.
All'inizio di ogni mese vi era una fase preparatoria: il team di ricercatori condivideva, infatti, con i docenti coinvolti nel progetto il materiale necessario allo sviluppo della tematica affinché gli studenti arrivassero già ben preparati al seminario di gruppo tenuto dai ricercatori sempre in modo interattivo e con diverse metodologie didattiche: proiezione di materiale didattico-informativo, realizzazione di poster e brochure dotati di un QR-Code, esposizione di materiale di apprendimento in 3D.
"Fondamentale è stato il supporto del dirigente scolastico Teresa Laudanna e il ruolo attivo dei docenti coordinati dalla referente del progetto Clara Cesario - racconta la dietista/nutrizionista Serena Coppola - che hanno reso concreto e duraturo l'intervento mediante la continuità dell'educazione alle tematiche di salute durante le attività curriculari e hanno coordinato ogni mese la realizzazione di un lavoro finale dimostrativo della capacità degli studenti di essere buoni promotori della tematica di educazione alla salute con slogan, poster, fumetti esposti in tutta la scuola".
Nei dati raccolti prima dell'intervento è stata osservata un'elevata prevalenza di obesità tra gli studenti della scuola, soprattutto tra quelli più piccoli: il 43.6% degli studenti della scuola primaria e il 22.5% degli studenti della scuola secondaria di primo grado.
Parallelamente sono stati evidenziati bassi livelli di aderenza alla Dieta Mediterranea (solo il 6.4% degli studenti più piccoli e il 21% degli adolescenti presentavano un'aderenza ottimale alla Dieta Mediterranea), e livelli elevati di consumo di cibi commerciali ultraprocessati (il 45% delle calorie assunte dai bambini più piccoli proveniva da questo tipo di alimenti e il 32% tra gli studenti più grandi). Inoltre tra gli studenti si registravano una scarsa igiene del sonno, bassi livelli di attività fisica (fino al 70% degli studenti non effettuava alcuna attività fisica programmata) ed un elevato numero di ore spese in attività sedentarie (la maggior parte del tempo era dedicato all'utilizzo di smartphone, tablet e computer).
Al termine dell'intervento, soltanto otto mesi dopo, si sono registrati: una riduzione significativa nella prevalenza di obesità che si è ridotta del 12.4% negli studenti della scuola primaria e del 13.9% negli studenti della scuola secondaria di primo grado, un aumento dei livelli di aderenza alla Dieta Mediterranea, una riduzione nell'assunzione giornaliera di alimenti commerciali ultraprocessati (che si è ridotta dal 45% al 33.4% negli studenti più piccoli e dal 31.9% al 19.4% negli studenti più grandi) e un miglioramento dell'igiene del sonno (al termine dell'intervento il 79.6% dei bambini e il 63.3% degli adolescenti rispettava le ore di sonno raccomandate per età rispetto ai dati di partenza rispettivamente del 26.9% e del 47.3%). È stato, inoltre, osservato un significativo aumento nelle ore di attività fisica (l'inattività fisica si è ridotta del 56.63% negli studenti della scuola primaria e del 10.2% in quelli della scuola secondaria di primo grado), a discapito del tempo speso in attività sedentarie (con una riduzione significativa del tasso di studenti che trascorreva più di 2 ore al giorno alla tv, console di videogiochi, smartphone, tablet e computer).
Tra i risultati di rilievo ottenuti dal progetto si è registrato un risparmio settimanale di spesa dai 25 ai 70 euro a famiglia comparando il paniere di spesa media di inizio anno e quello raggiunto dopo l'intervento 'educativo' volto a favorire sane abitudini alimentari che in molti casi si sono poi estese all'intera famiglia. "L'educazione ad uno stile di vita sano, che comprende corrette abitudini alimentari, determina nell'immediato un risparmio di spesa per le famiglie - sottolinea Berni Canani - ma nel futuro sarà in grado di determinare un considerevole risparmio di spesa per il sistema sanitario nazionale perché prendersi cura della propria salute e del proprio stile di vita sin dai primi anni di vita previene efficacemente la comparsa di molte patologie croniche ad elevato impatto economico e sociale nelle età successive, come le patologie cardio-vascolari, i tumori e le patologie allergiche".
"Siamo diventati promotori dei corretti stili di vita anche all'interno delle nostre famiglie - raccontano gli studenti - magari iniziando a suggerire ai nostri genitori di metterci nella cartella una mela invece di una merendina confezionata".
Visti i risultati ottenuti Berni Canani spera ora che il progetto pilota "possa diventare un percorso diffuso e strutturale in molte altre scuole italiane".
