Un servizio richiesto dai genitori più che dai ragazzi, che invece, in maggioranza femmine, risultano soffrire per difficoltà di relazioni in famiglia, a scuola, o per stati di ansia diffusa.
Dopo la sperimentazione durante l'anno scolastico 2022-23, ripartiranno in alcune scuole del territorio le attività di AccogliMi, il progetto del Comune di Milano dedicato alle ragazze e ai ragazzi tra i 14 e i 18 anni (sono circa 60.000 i milanesi che rientrano in questa fascia d'età) e alle loro famiglie, con lo scopo di offrire un orientamento psicologico nell'affrontare le difficoltà che caratterizzano questa particolare fase della crescita ed, eventualmente, indirizzare gli utenti verso la rete dei servizi specialistici offerti dalla città.
Oggi, nell'ambito di 'Milano 4 Mental Health', l'assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé ha visitato l'ISS Galilei di via Paravia per l'avvio delle attività nell'ambito del progetto. Nei primi 15 mesi di attività, sono stati 9.112 i contatti attivati (tra colloqui, incontri- individuali e di gruppo- o anche solo orientamento verso i servizi specialistici del territorio qualora se ne rilevi la necessità), mentre sono stati avviati 346 percorsi individuali. Oltre alla consulenza e all'orientamento messi a disposizione attraverso percorsi individuali e all'attivazione di un numero verde e di una chat whatsapp e telegram, sono infatti previsti percorsi di gruppo nelle scuole che coinvolgeranno oltre 2.000 ragazzi e ragazze.
"Questi dati- commenta Bertolé- ci danno un importante riscontro sull'utilità di AccogliMi come primo punto di contatto e orientamento per le persone che per la prima volta si approcciano ai servizi di sostegno psicologico. Oggi, in alcune scuole del territorio, ripartiranno con il nuovo anno scolastico gli incontri di gruppo e tutte le attività previste dal progetto. In questo modo Milano 4 Mental Health e l'impegno del Comune sul fronte della salute mentale si vestono di concretezza e AccogliMI è solo uno dei progetti che vogliamo continuare a finanziare e rafforzare per supportare i cittadini e le cittadine". Oltre all'accoglienza telefonica e alle prese in carico psicologiche e di accompagnamento, il progetto prevede anche "attività di prossimità" con educatori che svolgono il ruolo di operatori di rete.
Sono stati così raggiunti 1.942 adolescenti, 417 genitori hanno partecipato a incontri di sensibilizzazione e supporto al ruolo genitoriale e 216 psicologi ed educatori hanno partecipato agli incontri di formazione, grazie all'impegno di 60 operatori del progetto. Per quello che riguarda, invece, i 346 percorsi individuali, a rivolgersi al progetto e richiedere un aiuto continuano ad essere in primis i genitori. Nel 67% dei casi sono loro- per la maggior parte le madri- a fare il primo passo. In misura minore (16%) sono gli adolescenti stessi. I tre motivi principali per cui si chiede aiuto sono la conflittualità degli adolescenti con i genitori, le relazioni nel contesto scolastico e l'ansia.
Si conferma che i Municipi più interessati sono il 9 e il 2, mentre l'ultimo per bisogno manifestato e prese in carico è il Municipio 1. Il rapporto maschi-femmine rimane spostato sui soggetti di sesso femminile (le ragazze sono il 60%). Le differenze di età tra i due sessi non sono rilevanti: si tratta, nella maggior parte dei casi, di adolescenti tra i 16 e i 17 anni. Nell'83% dei casi agganciati si tratta prevalentemente di famiglie italiane. I dati indicano come 8 richieste su 10 provengano da famiglie che non sono attualmente aiutate da altre risorse o servizi. Una buona parte di esse (quasi una su tre) sono casi che hanno interrotto un trattamento precedente. Questa tipologia di casi è altrettanto interessante perché significa che il progetto ha potenzialità anche come occasione per coloro che per varie ragioni non hanno voluto o potuto continuare il percorso di cura precedente.
