Il Consiglio regionale della Toscana si unisce alla campagna per il riconoscimento e la cura della vulvodinia.
In un convegno organizzato alla presenza, fra gli altri, di Giorgia Soleri, impegnata a sostegno del lavoro del comitato vulvodinia e neuropatia del pudendo, è stata anticipata l'intenzione di creare in Toscana un punto di riferimento per le pazienti e per il riconoscimento formale di queste malattie, che riguardano fra il 10 e il 16% della popolazione femminile in età fertile.
"Oggi è una giornata importante di sensibilizzazione su una malattia ancora poco nota- afferma il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo- da un lato c'è la necessità di investire sempre di più in formazione, in modo che le ginecologhe e i ginecologi abbiano la possibilità di conoscere questa patologia che il sistema sanitario nazionale purtroppo ancora non riconosce. Dall'altro bisogna puntare sulla ricerca di nuovi farmaci e soluzioni per la cura di una patologia cronica e invalidante. Davanti a noi c'è una battaglia di civiltà che il Consiglio regionale della Toscana vuole raccogliere".
Il presidente dell'assemblea regionale caldeggia il riconoscimento di queste due malattie, ma anche il loro inserimento fra i Lea. La definizione di un percorso diagnostico terapeutico e assistenziale viene demandata all'organismo tecnico di governo clinico, di prossima nomina, intanto è l'assessore regionale alla Sanità, Simone Bezzini, a promettere un impegno della Toscana affinché venga ripreso al più presto l'iter parlamentare della proposta di legge in materia: "Stiamo già lavorando per sviluppare nelle aziende ospedaliere universitarie e nelle aziende sanitarie percorsi di cura e di presa in carico adeguate- aggiunge l'assessore- anche coinvolgendo le associazioni e la rete territoriale".
