“Le assunzioni a tempo di medici stranieri servono a ben poco. La verità è che a causa del blocco del turn over, i medici che vanno in pensione non vengono sostituiti, mentre i continui tagli rendono meno attrattivi i nostri ospedali. La storia di alcuni recenti concorsi non fa altro che confermarlo: in pochi scelgono di partecipare alle selezioni, poiché non si hanno certezze sul futuro della sanità molisana”.
La pensa così il presidente dell’Ordine dei medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Isernia, Fernando Crudele, intervenendo in merito alla scelta della Regione Calabria di assumere 500 medici cubani. Per Crudele occorre “cominciare a programmare seriamente il futuro della sanità, regionale e non: come ha ricordato il presidente della Fnomceo, fra 4 anni avremo 30mila nuovi specialisti in Italia. Ma a mio avviso non basta. Occorre anche togliere il numero chiuso all’università, ma al tempo stesso bisogna tornare ad assumere. Le soluzioni “tampone” servono solo a rinviare il problema: alla scadenza del contratto, si ritorna al punto di partenza. Anche nella nostra regione, durante l’emergenza covid, per un periodo abbiamo potuto contare sull’apporto dei medici venezuelani. È vero, hanno portato una piccola boccata d’ossigeno. Ma oggi siamo di nuovo alla canna del gas”.
"In Molise - aggiunge il presidente dell'Omceo di Isernia - è fondamentale tornare a investire sulla sanità pubblica. Tra l'altro la nostra regione dovrebbe pretendere maggiori risorse dal governo centrale: la salute non è una merce che si compra al supermercato, ma un diritto che la Costituzione garantisce a tutti, almeno sulla carta. Tra l'altro è assurdo che la nostra Regione sia ancora commissariata: se Roma avesse destinato tutti i soldi spesi per commissari e subcommissari ai servizi essenziali, probabilmente oggi il Molise sarebbe messo meglio. Lo dicono i fatti: in questi anni sono stati smantellati ospedali, reparti e servizi. Si fa sempre più fatica a far fronte alle emergenze. La gente è seriamente preoccupata, è stanca dei soliti proclami della politica: cozzano contro una realtà fatta di tagli e chiusure. Ecco, i cittadini si sentono presi in giro. A maggior ragione perché - conclude Crudele - all'orizzonte non si intravede nemmeno uno straccio di progetto di rilancio".
