Estate, tempo di sole, mare e bagni… Ma con attenzione. L’annegamento è, infatti, una delle principali cause di morbilità e di mortalità infantile accidentale nel mondo, seconda solo agli incidenti stradali. I più alti tassi di mortalità da annegamento si osservano nei bambini tra il primo ed il quarto anno di vita e nei giovani di 15-19 anni. Giulia Spina e Sabrina Criscuolo dell’Università Tor Vergata di Roma, in un articolo pubblicato sul sito della Società italiana di pediatria (Sip), ricordano sei fondamentali regole per prevenire gli annegamenti.
Innanzitutto “non lasciare i bambini, sia piccoli che grandi, da soli o affidati alle cure di un altro bambino mentre si trovano in vasche da bagno, piscine, terme, vicino a canali di irrigazione o altre acque stagnanti aperte- scrivono Spina e Criscuolo- Occorre inoltre ricordare che i seggiolini per il bagnetto o gli anelli di supporto non sostituiscono la supervisione di un adulto”. In secondo luogo si deve “garantire che un adulto supervisore con abilità natatorie si trovi ad una distanza di un braccio (supervisione tattile), non distratto o impegnato in altre attività come parlare al telefono, socializzare o occuparsi delle faccende domestiche.
La supervisione deve essere stretta, costante e attenta”. E’ importante poi “riconoscere immediatamente un bambino in difficoltà al fine di eseguire in sicurezza un soccorso – e a questo fine – imparare le tecniche di sicurezza in acqua e insegnare ai bambini a nuotare, monitorando i progressi. Si ricorda ai genitori che acquisire la capacità del nuoto non esenta i bambini dal rischio di annegamento”. Le esperte invitano poi a prestare attenzione ai tuffi in acqua per il rischio di trauma. “E’ importante conoscere la profondità dell’acqua- precisano- e la posizione dei pericoli sottomarini prima di saltare o tuffarsi”. Infine, “attenzione a un corretto utilizzo di acquascivoli, sempre più diffusi per la felicita` di grandi e bambini”.
